Il vero Spoils System federale americano. Che succede dopo la vittoria di Donald Trump.

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VEDI ANCHE QUI IL FUNZIONAMENTO COMPLESSIVO DEL SISTEMA AMMINISTRATIVO FEDERALE U.S.A.

Sullo spoils system federale U.S.A. si fa (maliziosamente?) molta confusione qui in Italia; prevalentemente tale locuzione viene utilizzata come “slogan” o come “titolo di riferimento” senza che sia mai chiarito come funzioni il “sistema delle spoglie”, che consente al Presidente degli Stati Uniti di collocare personale di sua fiducia nell’amministrazione pubblica federale. Innanzitutto va sottolineato che, come riportato da vari organi d’informazione  (vedi per tutti qui “le formiche.net”), l’immissione di nuovo personale  senza concorso nell’Amministrazione federale, da parte del neo Presidente Donald Trump, riguarderà circa 4.000 persone – la maggioranza delle quali non dirigente – su circa 2 milioni e 663mila dipendenti del Civil Service federale: non appaia banale questa annotazione poiché lo spoils system nella sua operatività originale ai tempi della Presidenza Jakson (1829-1837) veniva attuato a valere su tutto l’apparato amministrativo federale e solo dall’anno 1883 venne introdotto in U.S.A. il Merit System (pubblico concorso per l’accesso e stabilità del posto dell’impiegato pubblico – si veda il Pendleton Civil Service Reform Act)

Dell’originaria facoltà dei Presidenti U.S.A. di nominare un numero illimitato di persone di propria fiducia, residuano appunto circa 4.000 posti, così articolati:

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La tabella qui sopra é tratta dalla pagina 56 della guida alla transizione presidenziale (Presidential_Transition_Guide-[2016.04.01]), pubblicazione di fonte “bipartisan” che illustra nei dettagli tutte le operazioni da attivare a cura del Presidente neo-eletto per costituire il suo staff politico-amministrativo di riferimento per il successivo quadriennio.

I dati relativi alle “nomine presidenziali”, non determinati una volta per tutte, variano (in misura limitata) in relazione a esigenze contingenti o alle caratteristiche della durata delle cariche conferite dalla Presidenza precedente (si vedano le cariche non revocabili “at the pleasure of the President“, quali fra le altre quelle dei giudici delle Corti federali). Tuttavia il crisma dell’ufficialità delle informazioni sui “nominati politici” viene conferito da un atto del Congresso – denominato familiarmente “Ploombook” (libro alla prugna) – che, in totale trasparenza, enumera per ciascuna Presidenza U.S.A. , nome, cognome e posizione rivestita da ciascuno dei titolari di funzioni politiche di supporto al Presidente e alla sua Amministrazione (vedi qui PLUMBOOK-2012 – Policy and supporting Positions).

Le circa 4000 “non-competitive positions” riguardano le seguenti categorie di persone:

– circa 1054 PAS (acronimo che sta per “Presidential Appointments with Senate confirmation“) che si riferiscono alle nomine dei vertici politici (Segretari di Stato  e loro vice), amministrativi (dei Dipartimenti, delle Agenzie e delle Commissioni indipendenti) e giudiziari  (oltre ai Giudici della suprema Corte, il Presidente degli Stati Uniti ha facoltà di nomina per i posti scoperti fra le circa 1000 posizioni di giudice delle Corti federali, molti dei quali mantengono a vita la carica acquisita). Si veda qui l’elenco delle posizioni in questione – vedi qui la lista dei PAS – per le quali il Presidente deve acquisire il preventivo consenso (advice and consent) del Senato,

– circa 525 PA (“Presidential appointment”) si riferiscono a nomine di persone – non di vertice e non dirigenti – sottratte per legge alla conferma del Senato. Il riferimento va soprattutto al personale di staff della Casa Bianca: la gestione amministrativa di queste operazioni è affidata al Responsabile di uno degli uffici del Presidente, (l’Office of Presidential Personnel – vedi qui);

– circa 2000 nomine di carattere politico (vedi “Schedule C” e “Other” della tabella di qui sopra) si riferiscono a posizioni cosiddette di Schedule C – previste dai Regolamenti federali (si veda qui il “Part 13- Subpart C” del Codice dei Regolamenti federali) come “posizioni riservate o di supporto politico” (“positions of a confidential or policy-determinig nature”) da attribuire a livelli impiegatizi ordinari, posti tuttavia fuori dall’obbligo di reclutamento attraverso concorso pubblico;

– delle circa 4000 nomine presidenziali di fiducia, residuano circa 680 nomine dirigenziali riferite ai dirigenti non di carriera (non-career Senior Executive) che rappresentano il 10% della dotazione dirigenziale dell’intera Amministrazione federale.

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Quello sopra sommariamente descritto é lo Spoils System federale statunitense.

Come si vede chiaramente, esso riguarda una piccola parte – anche se politicamente significativa – dei dipendenti dell’Amministrazione federale. In particolare, a valere sulla dirigenza, vengono smentite in radice le favole di chi in Italia lascia intendere che negli U.S.A. viga “lo spoils System ” sul modello delle imprese private. Al contrario, nella patria della libera impresa è pacifico il principio secondo cui le funzioni manageriali pubbliche debbano essere demandate a una dirigenza di carriera contraddistinta dalla stabilità del posto come presidio di imparzialità a beneficio della collettività. Chi voglia approfondire le caratteristiche del regime di servizio della dirigenza federale USA potrà utilmente consultare lo studio sul Senior Executive Service apparso nell’ultimo numero della nostra Rivista “Nuova Etica Pubblica ” (vedi qui) dal quale è facile desumere che:

– la dirigenza pubblica USA è al 90% dirigenza di carriera, assunta con procedure standardizzate di selezione pubblica con diritto alla stabilità del posto;

non esistono incarichi dirigenziali “a termine”, pur rimanendo nella facoltà delle Amministrazioni assegnare ciascun dirigente ad altri incarichi;

– un dirigente di carriera (“career appointee“) non può essere licenziato né  rimosso dalla qualifica dirigenziale se non in seguito a ripetute valutazioni negative;

– é in vigore un sistema di valutazione dellle performance dirigenziali, rimesso alle singole amministrazioni, ma sottoposto a criteri omogenei dettati per tutti dall’OPM (Office of Personnel Management – vedi qui), una sorta di Dipartimento della Funzione pubblica avente tuttavia natura di Agenzia federale separata dalla struttura “ministeriale”.

– sono riservate  al dirigente pubblico di carriera (“career reserved“) tutte le funzioni manageriali in cui le decisioni da adottare debbano essere “imparziali”, anche nell’ottica della percezione e della fiducia pubbliche (vedi qui § 3132 del Titolo V del Codice delle leggi federali).

Come si vede, le caratteristiche giuridiche della dirigenza pubblica statunitense sono l’esatto opposto delle pessime ricette suggerite ai politici di turno da rinomati “think tank” accademici e intellettuali italiani in servizio permanente effettivo.

Giuseppe Beato

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