La situazione della criminalità in Italia

Gli effetti per ora solo mediatici della cattura di Matteo Messina Denaro distolgono da uno sguardo documentato e sereno sulla situazione della criminalità nel nostro Paese. Facciamo qui una sintetica carrellata su quanto di “solido” emerge da istituti di ricerca, quotidiani nazionali, ottimi giornalisti e alti magistrati.

Presentiamo la relazione di pochi giorni fa del Procuratore Generale della Corte Suprema di Cassazione, di ben 332 pagine (vedila qui sotto). Frutto di qualificate collaborazioni in fase di redazione (si veda a pag. 20), la relazione attraversa tutti i campi dell’attività della giustizia, dal penale al civile.

Dalle prime pagine (p. 20) apprendiamo che sono stati 246 gli omicidi accertati nell’anno 2022, dei quali 91 (40%) contro donne. il dato risulta sostanzialmente stazionario rispetto agli anni precedenti (da 101 a 91, leggera flessione).

Il numero dei decessi sul lavoro supera le 1.000 unità. Gli infortuni superano le 600.000 unità (pagg. 29 e seguenti).

La criminalità organizzata lucra proventi illeciti per un ammontare stimato in 139 miliardi di euro, con una “operatività” che supera spesso i confini nazionali rivolgendosi ad altri stati membri della UE (pag. 32 e segg). Dal lavoro quotidiano della Corte emerge la sempre maggiore espansione del fenomeno dell’infiltrazione della criminalità organizzata nel settore degli appalti e della logistica. Sul fronte della lotta contro le mafie (cosa nostra, camorra, ‘ndrangheta etc.) è presente da pagina 257 un’illustrazione particolareggiata sulle azioni di contrasto poste in essere.

Di importanza fondamentale ci pare il destino del processo digitale di cui è scritto alle pagine 67 e seguenti. Ove coronato da successo questo strumento costituirebbe una vera rivoluzione del lavoro sia processuale che d’indagine (si pensi solo alla possibilità di consultare gli atti relativi a indagini e processi celebratisi fuori dal contesto di ciascuna singola procura o tribunale).

Dulcis in fundo alcune statistiche sul lavoro svolto dalla magistratura, che a nostro avviso non hanno dignità di veri e propri indicatori di performance (pagg. 289 e seguenti). Da nessuna parte ci pare di ravvedere dati relativi all’arretrato dei processi e al rapporto fra processi “iniziati” e processi “definiti”, come ogni buon monitoraggio di produttività che si rispetti.

Dopo la Magistratura è utile anche segnalare studi qualificati che inquadrano il tema della criminalità dentro un orizzonte più variegato.

Secondo una ricerca del CENSIS dello scorso dicembre 2022, il numero di reati denunciati sono circa 700.000 in meno di quelli denunciati nell’anno 2012 (2.104.114), con un decremento pari al 25,4% (vedi qui). Gli omicidi volontari passano dai 528 del 2012 ai 304 del 2021. Le rapine sono diminuite nel periodo 2012-2021 da 42.631 a 22.093, quasi la metà. Stesso trend per i furti in casa e i furti d’auto. In aumento, invece, le violenze sessuali e le estorsioni, spia della pressione della criminalità organizzata. Il CENSIS mette in correlazione questo dato con la paura della criminalità come tratto distintivo della società italiana (vedi qui il resoconto).

A conclusioni identiche sul piano effettuale inducono i dati del Global Peace Index 2022 (presentati da Il Foglio – vedi qui) che colloca l’Italia al secondo posto in Europa dopo la Slovenia come paese con meno omicidi e al 32 posto nel mondo (su 163) per sicurezza.

L’enorme contrasto fra i dati di realtà e la percezione degli italiani viene analizzato da un data room di Milena Gabanelli (vedi qui) che pone giustamente in relazione un’indagine statistica che certifica come il 78% degli intervistati ritenga la criminalità nel nostro Paese in aumento negli ultimi 5 anni e, giustamente, pone in relazione tale percezione errata con la quantità di tempo che le reti televisive nazionali dedicano all’argomento. Si vedano qui sotto i confronti con le reti nazionali straniere.

 Intervento_del_Procuratore_Generale_2023

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