Eugenio Schlitzer – Trasparenza e contrasto della corruzione

Schlitzer

Estraiamo dall’ultimo numero della nostra rivista (“Nuova Etica pubblica” del dicembre 2015), il testo – scritto dall’autore – dell’intervento del Procuratore generale aggiunto della Corte dei Conti, dr. Eugenio Francesco Schlitzer – componente del Comitato Scientifico della nostra Associazione – al nostro convegno dello scorso ottobre  su “La trasparenza e il contrasto della corruzione”. Dalla rassegna delle tematiche legislative e dottrinarie in campo emerge il punto di vista, non solo dello studioso, ma anche del Magistrato che opera quotidianamente sul campo.

 Trasparenza e contrasto della corruzione E. Schlitzer

Un milione e mezzo di procedimenti penali prescritti in 10 anni.

Procediemtni cancellati

Secondo i dati elaborati dagli uffici del Ministero di Giustizia – vedi qui sopra – sono 1.468.220 i procedimenti giudiziari penali incorsi nella prescrizione nel decennio 2005-2014, dei quali n. 132.296 nel solo anno 2014. Il fenomeno discende direttamente dal dettato dell’articolo 6, comma1, della legge 5 dicembre 2005, n. 251 (cosiddetta “legge Cirielli” – vedi). I reati maggiormente “graziati” dalla contrazione dei termini della prescrizione furono e sono quelli contro la Pubblica Amministrazione, primo fra i quali il reato di corruzione. Superfluo qualunque commento in ordine alla “lotta alla corruzione”: meglio di noi Giovanni Legnini, Vice Presidente del Consiglio superiore della Magistratura, nell’intervista a “La Repubblica” dello scorso 13 febbraio 2016, che qui sotto riproduciamo. Nell’intervista viene trattato un altro punto dolente del funzionamento della macchina pubblica in Italia: la produttività dei Magistrati.

 Lanciammo l’allarme 8 mesi fa ora si approvi subito la riforma

Gli agenti della Polizia uccisi dai brigadisti a Pietra Papa nel 1987.

Pietra Papa

Un Paese mediamente distolto dai valori più alti della convivenza civile dimentica gli episodi più eroici che hanno visto per protagonisti concittadini in divisa. Chi ricorda la strage di Pietra Papa del 14 febbraio 1987 in cui furono uccisi dalle Brigate rosse Rolando Lanari (26 anni), e Giuseppe Scravaglieri (23) della Polizia di Stato, di scorta a un furgone portavalori delle Poste Italiane? Vedi la ricostruzione di questo episodio qui sotto.

I caduti di Pietra Papa.

Mala Pa – La denuncia delle frodi e degli abusi come atto di civismo.

Screenshot 2016-02-14 12.03.37

Riproduciamo qui sotto il link a due articoli, de “La Repubblica” e de “Il Giornale” di ieri 13 febbraio 2016, che danno conto dell’ennesimo scandalo legato alla falsa attestazione della presenza in servizio. Qui c’è un interessante e, a parer nostro, positivo elemento di novità: la denuncia degli abusi é partita dai cittadini utenti, stanchi di assistere a proterve dimostrazioni di inciviltà e di scorrettezza da parte di chi – l’impiegato pubblico – ha un obbligo civico più stringente di esercitare la massima correttezza sul lavoro. Come operatori al servizio della funzione pubblica del Paese, temiamo la demagogia legata a questi scandali, tale per cui si cerca di estendere all’intera categoria di lavoratori pubblici il “modello” di comportamento in uso presso alcune frange di persone (vedi qui). Ciò nondimeno, scandali, denunce e contromisure rigorose sono necessarie e salutari. Aggiungiamo che l’elemento nuovo della denuncia ad opera di cittadini e lavoratori che si oppongono agli abusi va estesa anche a tutti i comportamenti corruttivi che allignano fra le maglie della macchina amministrativa del nostro Paese. Nei Paesi anglosassoni è operante e regolata per legge la tutela dei whistleblower (vedi qui, termine intraducibile in italiano anche per precise ragioni “di costume” ben esposte nell’articolo di giornale che qui richiamiamo (clicca qui). Il whistleblower è “l’autore della soffiata” che consente a un’amministrazione pubblica di indagare e, se vera, di scoprire e stanare una situazione di corruzione esistente. Ma, per questi soggetti, è prevista all’estero una tutela speciale, consistente nella garanzia della riservatezza sul soggetto che denuncia e nella difesa da qualunque possibile ritorsione nei suoi confronti. L’adozione effettiva di questo strumento di contrasto della corruzione darebbe risultati ben più significativi dei tanti “piani anticorruzione” che impegnano tante carte e fotocopiatrici con risultati vicini allo zero, vista anche la confermata posizione dell’Italia nella classifica internazionale 2015 della corruzione (vedi).

La Repubblica – abusi stanati dai cittadini.

Il Giornale – I furbetti del cartellino.

Angelo Giubileo: sulla natura delle cose.

10373671_894780240608007_1864180610108014695_n

Pur non avendo il programma il nostro sito di avventurarsi in materie filosofiche, pubblichiamo volentieri il link al sito  Pensalibero.it ove è stata pubblicata una recensione del recente testo di Angelo Giubileo, membro della nostra Associazione,”Sulla natura delle cose” che spazia da Parmenide al Caos. Vaste programme!!

A parte qui una postilla dell’autore per la comprensione della materia trattata nel testo.

 Postille a Sulla natura delle cose


Superiore il numero delle Donne magistrate.

DONNE magistrato

Nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario tenuta a gennaio 2016 dal Procuratore generale della Cassazione, Pasquale Ciccolo,  era contenuta una notizia storica passata generalmente sotto silenzio, con l’eccezione dei resoconti de “La Stampa” di Torino (vedi qui): nell’anno 2015 il numero delle donne magistrato ha sopravanzato quello degli uomini, 50,7% contro 49,3%. La stesso giornale ha subito dopo ospitato una lettera al Direttore del Ministro di Giustizia andrea Orlando che, superando i termini meramente statistici dell’evento, ha inquadrato dal punto di vista storico e sociale l’evoluzione del ruolo della donna in Magistratura dal 1963 – anno in cui le prime otto donne diventarono a magistrato – ad oggi.

 Caro Direttore – Andrea Orlando

Anticorruzione: la lingua specchio dei costumi.

Crusca accademia

Perché nel vocabolario italiano non esiste  una traduzione corretta e fedele dei termini inglesi whistleblower e accountability? L’articolo di Peter Gomez ci aiuta a comprenderne il motivo….il vincolo strettissimo con la problematica dei costumi e della corruzione in Italia emerge con chiarezza!

Corruzione all’italiana: due parole che non esistono – da “il Fatto quotidiano.it”

Il Sistema amministrativo italiano – Cassese 1982.

IL SISTEMA AMMINISTRATIVO ITALIANO 1982 CASSESE

Riteniamo di fornire ai più giovani un elemento di conoscenza fondamentale pubblicando un testo “antico” del 1982 – Il Sistema amministrativo italiano – che costituiva materia di studio per i partecipanti dell’epoca ai corsi della Scuola superiore della Pubblica Amministrazione. Continua a leggere

Un poliziotto democratico testimone di un’epoca.

Di Francesco

Screenshot 2016-01-28 09.23.52                 Carabiniere non reagisce

Episodi degli ultimi tempi – quali la poliziotta che stringe la mano a un lavoratore dell’ILVA o il carabiniere che non reagisce alle provocazioni di un manifestante – raccontano di un cambio di mentalità e di approccio delle nostre forze dell’ordine che discende dallo spirito della nostra Costituzione repubblicana, ma non solo: c’è un processo di democratizzazione e di presa di coscienza democratica che ha attraversato due generazioni di servitori dello Stato e che ha avuto tanti protagonisti. Uno di questi è l’ex Commissario Ennio Di Francesco, noto alle cronache degli anni ’70 per aver posto in stato di fermo Marco Pannella impegnato in un atto di disobbedienza civile e di aver immediatamente dopo espresso solidarietà allo stesso Pannella: per questo subì un trasferimento punitivo (vedi qui il racconto di quell’episodio). Da tanti piccoli e grandi atti di coraggio e di intelligenza come quello è sorta una coscienza civile matura delle nostre Forze dell’Ordine. Vale la pena di ascoltare l’intervista che Ennio Di Francesco ha dato lo scorso gennaio 2016 a Radio radicale, per rievocare e raccontare quegli anni e quel movimento di idee che portò al nuovo Ordinamento della Pubblica Sicurezza, promulgato con la legge  n. 121 dell’aprile 1981 (vedi): nell’intervista, oltre che una serie di osservazioni sulla situazione attuale dei servitori dello Stato in divisa, traspare una grande e bella passione civile che conta più di tutto il resto.

Intervista di Walter Vecellio a Ennio di Francesco – 3 gennaio 2016.

Trasparency: la classifica internazionale 2015 sulla corruzione percepita.

Screenshot 2016-01-30 16.36.17

Puntuale come una purga per le persone oneste arriva la classifica del 2015 sulla corruzione percepita (vedi qui la “cerimonia” di presentazione del rapporto – clicca qui dal Corriere.it per vedere anche la classifica interattiva). L’Italia si colloca al 61imo posto nel mondo e al penultimo in Europa, dopo Grecia e Romania.

VEDI QUI LA CLASSIFICA

Non solo il petrolio: l’acqua del Tigri e dell’Eufrate al centro della guerra contro l’ISIS

tigri_eufrate_guardian_469

Il Tigri e l’Eufrate nascono dalle montagne della Turchia orientale, procedono nei territori della Siria e dell’Iraq e si uniscono presso la città di Bassora con il nome di Shatt al Arab che sfocia nel Golfo Persico. La loro portata complessiva d’acqua é equivalente a quella del Nilo e il sistema di dighe realizzato in Turchia nello scorso decennio era già stato origine di forti dispute con le confinanti Siria ed Iraq – per non parlare del territorio curdo anch’esso attraversato dall’acqua di questi fiumi (Vedi qui articolo de L’Avvenire del 2009).

Screenshot 2016-01-30 15.53.39

Consultando la cartina interattiva pubblicata dal Corrieredellasera.it  (clicca qui) si può facilmente vedere come tutti i luoghi simbolo toccati da questa guerra-ginepraio (Mosul, Rakka, Kobane, Tikrit, Falluja) sono posti sugli argini di questi due fiumi o nelle loro vicinanze. Non solo: i territori conquistati dalle forze dell’ISIS sono tutti sul percorso del Tigri e dell’Eufrate.

Un articolo di Francesco Ventura, pubblicato sulla Rivista LIMES, spiega bene come era la situazione del controllo dell’acqua a fine 2014 (clicca qui), mentre un aggiornamento recentissimo del Corriere della Sera  spiega, fra l’altro, come si stiano muovendo sul campo USA e Russia e come, giocando sulla loro rivalità, le milizie curde collocate al nord della Siria stiano progressivamente conquistando molte posizioni (clicca qui).

Anche Maria Teresa Canessa é Pubblica Amministrazione.

Screenshot 2016-01-28 09.23.52    Screenshot 2016-01-28 09.23.09

 

Era più naturale – infatti così è stato – che un atto di “morbido e consapevole coraggio” partisse da una donna. Senza indulgere in sproloqui inutili – vista l’enorme capacità di “racconto” che hanno le foto pubblicate sul sito del Corriere della Sera (clicca qui) – annotiamo solo che l’atto della dirigente della Polizia di Stato Maria Teresa Canessa  di togliersi il casco “una volta accertatami che era calata la tensione“, di chiacchierare con i manifestanti e di stringergli la mano testimonia di una capacità profonda di interpretare il ruolo di servitore delle Istituzioni, di coraggio di mettersi in discussione e di metterci la faccia;  orgoglio del proprio ruolo unito al rispetto di chi lotta e chiede riconoscimento dei propri diritti. Etica pubblica insomma.

Non esistono solo i fannulloni – che vanno eliminati molto decisamente – nella pubblica amministrazione. Nè l’eliminazione –  assolutamente necessaria – dei fannulloni risolve il problema della riforma delle pubbliche amministrazioni….ma questa è un’altra storia….

Manager pubblici e manager privati – l’opinione del Financial Times.

Mario-Greco-Imagoeconomica-007-kQAH--258x258@IlSole24Ore-Web

Il Financial Times dello scorso 30 dicembre 2015 traeva spunto dalle vicende relative al rinnovo della carica di Amministratore delegato delle Generali Assicurazioni – poi concluse con l’abbandono dell’incarico da parte di Mario Greco (vedi qui il riassunto della vicenda di Huffington post) – per svolgere alcune valutazioni in ordine alla crisi in corso nel management delle grandi aziende private italiane. Rinviando all’articolo completo (clicca qui), ci ha colpito fra l’altro l’affermazione dell’articolista Rachel Sanderson secondo cui sono molti i casi in cui “dirigenti deboli incapaci di rompere gli schemi restano al loro posto per anni, a discapito dell’intera cultura aziendale”. Non è la piccola speculazione “di bottega” quella che ci muove, né l’acritico elogio di valutazioni provenienti dal pur autorevole Financial Times. Quello che, invece, va sottolineato in questa vicenda – come nelle altre ricordate in quell’articolo – é che la crisi del ceto dirigente aziendale in Italia – pubblico o privato che sia – proviene da un clima politico generale che induce le scelte di “chi porre al comando” secondo criteri legati a interessi di parte, quando non meramente personali. Il problema vero resta, quindi, quello della selezione dei migliori secondo i meriti professionali, meccanismo di cui in Italia, in qualunque settore, si perso quasi completamente il bandolo.

Riforma della Pubblica Amministrazione o spot?

logo etica pa

In merito al dibattito pubblico originato dalla volontà del Governo di “sospendere dal servizio entro 48 ore” gli impiegati pubblici scoperti a falsificare il sistema di registrazione delle entrate e uscite dall’ufficio, pubblichiamo il testo non ancora definitivo del relativo decreto legislativo emanato – clicca qui – e  il pensiero del Presidente della nostra Associazione, Antonio Zucaro, che, lungi dal voler difendere ciò che è indifendibile, colloca tuttavia la campagna promossa dal Governo e le modalità giuridiche specificamente previste in una giusta luce.

 Riforma spot – Antonio Zucaro

Crozza, Sabino Cassese e la riforma delle pubbliche Amministrazioni.

Screenshot 2016-01-24 17.34.11

Crozza e i fannulloni pubblici – Video del 19 gennaio 2016.

Quando un comico del calibro e del seguito popolare di Maurizio Crozza mette sotto tiro gli impiegati pubblici e afferma esplicitamente che, per trovarne qualcuno che lavora, “bisogna andare a Berlino“, allora significa che egli in qualche modo interpreta e dà voce alla “pancia” di una grande fetta di opinione pubblica del nostro Paese. Soprattutto di questo deve prendere atto chi si occupa di pubblica amministrazione e i tanti che dentro lavorano onestamente….la casa, in qualche modo, brucia…e l’opinione pubblica è alle porte. A poco valgono una serie di altre possibili osservazioni: ciò che prevale é la demagogia dimostrata in quest’occasione dal Governo nel giustapporre e confondere il problema – che esiste – dei fannulloni con la riforma della pubblica amministrazione.

Ai tanti che giustamente puntano il dito sui truffatori che rubano denaro pubblico manomettendo i controlli delle presenze vorremmo fare una sola specifica domanda: “Crede lei che, facendo un’auspicabile pulizia completa dei furbetti che sguazzano nell’amministrazione pubblica, sarà risolto il problema dell’efficienza e del buon andamento della stessa?“. Noi, dal di dentro di questa macchina inceppata e ostile, Le rispondiamo che: “Sarà risolto un fondamentale problema di moralità pubblica, questo SI. Ma che No, la lotta ai fannulloni, pur sacrosanta e da appoggiare, non risolverà di un’unghia i problemi delle pubbliche amministrazioni“. Perché? Perché nessun Governo di questo Paese, dal primo dopoguerra in poi (si veda di Guido Melis: Il riformismo amministrativo italiano: una storia di vinti.) ha saputo mai trovare un paradigma condivisibile e condiviso di gestione delle pubbliche Amministrazioni, in grado di dosare nei giusti equilibri ruolo dello Stato e ruolo delle Autonomie locali, esigenze di efficienza e qualità con esigenze di garanzia e legittimità della spesa, che sapesse regolare i sistemi di controllo delle PPAA, la valutazione dei suoi dipendenti, ma anche delle Amministrazioni stesse, che sapesse inculcare nel DNA delle Amministrazioni pubbliche quell’ethos di Servitori del cittadino, indispensabile in un sistema costituzionale moderno. Potremmo continuare, perché la massa dei problemi in campo è enorme e non risolvibile a colpi di decreto o di spot elettorali. Meglio di noi Sabino Cassese,  in un suo fondo pubblicato ieri 23 gennaio 2016 sul Corriere della Sera, ci spiega come le riforme amministrative vanno non solo scritte, ma seguite e gestite nei tempi non brevi della loro buona attuazione…….Come avviene negli altri Stati occidentali avanzati, che pianificano in termini di lustri il programma di azioni e di risultati da portare a compimento.

 Sabino Cassese – I burocrati e il passo che manca.

Poteri dei Prefetti come Responsabili della conferenza provinciale permanente – la legislazione essenziale.

Prefettura

Alleghiamo la legislazione essenziale riguardante i poteri del Prefetto quale responsabile della Conferenza provinciale permanente.

 Articolo 11 della legge 30 luglio 1999, n. 300.

Articolo 10 della Legge 5 giugno 2003, n. 131 -Rappresentante dello Stato per i rapporti con il sistema delle autonomie.

D.P.R. n. 180/2006: Regolamento recante disposizioni in materia di Prefetture-Uffici territoriali di Governo.

Oriano Giovanelli – Le Unioni dei Comuni come scelta strategica.

OrianoGiovanelli copia

Pubblichiamo volentieri un intervento tenuto da Oriano Giovanelli in occasione di un corso di formazione politica tenutosi lo scorso novembre 2015 a Monza, incentrato sulla necessità di incentivare il programma di Unione e fusioni dei Comuni come scelta strategica per rilanciare e fortificare le Autonomie locali nel nostro Paese. Giovanelli, che fa di sé una presentazione molto “understatement“, in verità ha ricoperto posti di grande responsabilità nel nostro Ordinamento, per essere stato prima che Deputato del PD nelle passate due legislature e responsabile del Forum PD sulla Pubblica Amministrazione, anche Sindaco di Pesaro per ben 12 anni, nel periodo di più incisiva rivoluzione dei compiti demandati ai comuni dalle riforme promosse dall’allora Ministro per la funzione pubblica Bassanini. Una testimonianza appassionata e informata, pertanto, degna di rilievo e attenzione, perché illustra con abbondante dovizia di particolari il punto di vista e l’ “interno sentire” fortemente radicato in parte rilevante degli amministratori locali.

Senza alcuna intenzione di “parlare sopra” e rinviando al pensiero di Giovanelli, ci riserviamo un minimo spazio di “controcanto” per avanzare qualche dubbio su una visione dell’Amministrazione pubblica tutta incentrata sulla descrizione di uno stato centralista oppressivo e di autonomie locali assediate. Ciò non ci convince, non tanto dal punto di vista “fattuale” e “storico” su cui ci si può accapigliare a volontà, quanto come principio teorico: centro non é “bello”, come non è neanche “brutto”. Il problema delle 10.000  amministrazioni di cui è composta Pa italiana, ci pare, sta tutto nella mancanza di una vera e propria costituzione materiale, prima ancora di quella scritta, che ispiri una gestione del rapporto centro-territorio  impostato secondo gli equilibri migliori a favore della collettività nazionale e locale. Per dire, se andiamo a conoscere la vita reale delle istituzioni francesi, da tutti conosciute come “centraliste”, scopriamo immediatamente che lì, al di là delle proposizioni scritte sulla Carta costituzionale, si sono creati strumenti normativi e prassi concrete tali per cui le Amministrazioni regionali e locali di quel Paese sono incisivamente coinvolte nell’elaborazione e attuazione di tutte le politiche pubbliche nazionali – vedi nostro report sulla mulitlevel governance in Francia. In parole povere, si sono trovati i pesi e contrappesi e le sinergie necessarie per governare la macchina pubblica in modo coerente. In Italia mai, dal 1861 a oggi. E il prezzo di questa mancata costruzione di una governance pubblica nazionale unitaria lo continuano a pagare la collettività e le imprese.

La vera domanda ci pare: riuscirà la legislatura in corso e la riforma costituzionale ai blocchi di partenza a dare un nuovo ubi consistam generalmente condiviso della governance delle nostre Istituzioni?

In attesa, una buona lettura di questo stimolante intervento.

 Monza 28 novembre 2015