I dipendenti pubblici nel Covid


Voglio dire ai miei colleghi dello stato e del parastato, prima o dopo arriveranno a voi, per forza. E io spero che ci arrivino presto, perché è intollerabile che questa crisi la paghi metà della popolazione italiana.

Il filosofo e politologo Massimo Cacciari ha detto anche che “se vogliamo evitare catastrofi sociali, ci devono essere provvedimenti di aiuto e di sostegno alle categorie più colpite che sono la metà di questo paese. Servono interventi precisi e rapidi, altrimenti il paese scoppia”.

Cacciari, nella trasmissione “Piazza Pulita”, ha invocato di fatto gli ammortizzatori sociali per i lavoratori pubblici, richiamando così una delle proposte presenti nel libello di Tito Boeri e Sergio RizzoRiprendiamoci lo Stato“. Cacciari é stato prontamente supportato da Massimo Formigli che lo ha chiosato parlando di “il culo al caldo, grazie allo stipendio“. Attenzione alle parole  e alle modalità di espressione perchè sono fondamentali per raggiungere un certo tipo di pubblico ed evocare un tipo di sensibilità non esattamente dialogante.

Diluvio di proteste! …la UIL parla di “attacco sferrato ai lavoratori del pubblico impiego” anche qui evocando scenari di guerra fra classi sociali.

Sembra qui giusto riportare la risposta di Alfredo Ferrante – dirigente pubblico (vedi qui) che con pacatezza ha invitato Formigli a non costruirsi “facili bersagli verso cui sfogare una legittima rabbia” e “non privare i lavoratori pubblici della loro dignità“, visto che non solo medici, infermieri e forze dell’Ordine hanno dato prova di grande abnegazione, ma anche centinaia di migliaia di dipendenti pubblici, invisibili perché a casa, ma spessissimo alle prese con volumi di lavoro doppi rispetto al normale.

Per parte nostra, aggiungiamo due argomenti a quelli esposti da Ferrante nel suo articolo:

  1. il ceto intellettuale di questo Paese (i vari Cacciari, Boeri, Ichino e compagnia cantante) continua (da sempre) a non capire un bel niente di pubblica amministrazione e, di conseguenza, a rifugiarsi in argomenti che fanno di loro i massimi populisti sulla piazza: che senso ha strepitare contro gli “impiegati pubblici” quando non si è MAI compreso che la Pubblica Amministrazione è da sempre negli Stati occidentali uno dei cardini del buon funzionamento del sistema socio-economico? Se si dessero pena di studiare la struttura istituzionale di governo della Francia, della Gran Bretagna , degli U.S.A., etc., etc. imparerebbero finalmente che NESSUNO lì considera la burocrazia come un “peso”, ma, per tradizione pluri-centenaria, la pubblica amministrazione è il polmone e la struttura servente/portante di un’economia privata funzionante e di qualunque politica pubblica. PER CUI la devi potenziare la pubblica amministrazione, non ridurla al lumicino (blocco dell’immissione dei giovani, età media 52 anni, distruzione delle professionalità interne, informatica appaltata a soggetti esterni, esternalizzazioni selvagge), come loro hanno acconsentito tacendo negli ultimi trent’anni;
  2. il COVID porta con sé una ventata straordinaria di progresso nelle modalità di lavoro! Il lavoro agile – che i più malamente amano qualificare come “smart working” – non è un evento che terminerà colla pandemia, ma rimarrà come ambito fondamentale dell’attività lavorativa (come già da prima del Covid in organismi internazionali quali l’ONU e l’OCSE). Ma ciò porta con sé una rivoluzione alla quale i sindacati del pubblico impiego per primi non sono preparati: infatti la struttura fondante della qualità del lavoro svolto passa dal mero controllo della presenza  in ufficio al controllo della produttività individuale (non la produttività organizzativa dell’ufficio, che è stata sempre una fictio corrispondente al pollo di Trilussa). Ciò significa che i sistemi di valutazione assumono da subito un’ importanza decisiva ed esimente per assicurare sia il buon funzionamento degli uffici sia per individuare gli impiegati migliori ed eliminare insopportabili sacche di negligenza. Non si potrà più continuare col comodo sistema delle valutazioni erogate a tutti, a pioggia e al massimo (vedi qui un nostro antico grido di dolore: “Basta con le valutazioni burla“). Per chi suona la campana? Per un sindacato vetusto, per una dirigenza timorosa e accomodante, per una politica che sopravvive con la gestione dei piccoli vantaggi di bottega elettorale.

Ma siamo proprio sicuri che un’Amministrazione pubblica che funziona (il Fisco per dirne una) piaccia veramente a tutti????……… C’è molto, molto, molto da pedalare….

Giuseppe Beato

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