Dedichiamo il pezzo che segue ai tanti mercanti del tempio – molti di loro dirigenti ministeriali collocati nei gangli strategici della nostra pubblica amministrazione – che da trent’anni sproloquiano su rapporto fiduciario d’impresa, principio della rotazione, incarichi a tempo predeterminato e balle varie a proposito del regime della dirigenza pubblica.
Henri Fayol , insieme a Max Weber e Federick Taylor, è uno dei tre “padri fondatori” delle discipline sull’organizzazione burocratica delle imprese moderne e dello Stato occidentale avanzato. Tutti i concetti elaborati nel tempo dalla scienza dell’amministrazione e dell’organizzazione – pensiamo fra i tanti alla dottrina delle relazione umane di Elton Mayo, allo studio sulle organizzazioni/istituzioni condotto da Philip Selznick sull’Autorità federale del Tenessee Valley istituita da Franklin D. Roosevelt, più recentemente alle teorie della leadership, al New Public Management, al coaching, al team building – sorgono e sviluppano dalle tre basi forti del pensiero di fine ottocento: razionalità declinata nell’organizzazione burocratica (Weber), organizzazione delle procedure di produzione di beni e servizi (Taylor), funzione della direzione aziendale (Fayol). Quest’ultimo sviluppò per primo una teoria estesa sulla funzione direttiva in un’impresa (in senso estensivo) qualificandola come il fattore decisivo e dirimente per il successo aziendale. Fra i 14 elementi che egli indicò come necessari e non eludibili per il buon esercizio della direzione d’impresa, Fayol indicò la “stabilità”. Ultima sottolineatura prima di presentarne il testo integrale: l’Autore si riferiva all’impresa privata (paradigma utile ANCHE per l’organizzazione pubblica), collocandosi pertanto agli antipodi di quei principi della “rotazione” e della “fiducia” che da decenni gli innovatori all’amatriciana pongono a fondamento delle leggi balorde che hanno precarizzato la dirigenza pubblica di questo Paese.
Henri Fayol – Stabilità del personale dirigente