Convegno Bocconi sugli STATI GENERALI delle PENSIONI: alcuni flash

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Avevamo promesso di pubblicare sul nostro sito gli atti del Convegno organizzato da Università BOCCONI e DEUTSCHE BANK sugli STATI GENERALI DELLE PENSIONIvedi qui – lo scorso 28 novembre 2013. Siamo oggi in grado di fornire solo alcuni “spezzoni” delle dichiarazioni rilasciate dai partecipanti al Convegno, nonché le slide presentate da due di questi ultimi. In un momento, “momento” lungo vent’anni, in cui la chiarezza sull’universo pensioni è ben lungi dall’essere stata fatta, le semplici dichiarazioni di soggetti autorevoli può da sola dare il  senso dell’orientamento attuale in materia delle grandi forze politiche, sindacali ed economiche. Così, il Presidente INPS MASTRAPASQUA ha sottolineato che, pur valida la direzione delle ultime riforme, tuttavia la salute del sistema passa comunque dalla salute del mondo del lavoro che sostiene la previdenza pubblica con la contribuzione – vedi qui sintesi sommaria. Il Ministro del Lavoro GIOVANNINI ha parlato di “flessibilizzazione contributiva –vedi qui– intesa come supporto dello Stato a quelle posizioni contributive di giovani con carriere lavorative frammentate. Il Ministro si è anche interrogato sulla possibilità di rendere obbligatoria la “seconda gamba” della pensionistica complementare. Il Segretario della CISL BONANNI aderisce entusiasta a questa idea – si veda qui. Fra tutti i soggetti presenti agli “Stati generali”, la presenza “forte” è quella della Deutsche Bank che dichiara esplicitamente “la grande attenzione di D.B. verso il sistema previdenziale, per rispondere al meglio alle esistenze dei nostri clienti” – vedi qui. Alleghiamo infine le slide dei professori Sergio Paci e Vincenzo Galasso, ambedue dimostrative dell’importanza della previdenza complementare, pure con l’ammissione del prof Paci sulla “ridotta adesione delle fasce più deboli:giovani,donne,piccole e medie imprese,mezzogiorno“. Come dire che la maggioranza di chi potenzialmente costituirebbe il polmone e il maggiore beneficiario della previdenza complementare non riesce e non può sobbarcarsi un onere aggiuntivo in situazione di bassi salari ed alta contribuzione obbligatoria.

Noi continuiamo a credere che la cosiddeta “prima gamba” del sistema previdenziale in realtà…siano due: quella derivante dalla contribuzione obbligatoria a carico di datori di lavoro e dipendenti e quella finanziata dalla fiscalità generale, cioè dalle imposte. Fino a quando non si farà chiarezza sui confini fra “previdenza” (intesa come prestazioni basate sulla sola contribuzione) e “assistenza” (intesa come erogazione di prestazioni finanziarie periodiche a carico delle imposte) non si uscirà fuori dal ginepraio logico-concettuale – meglio forse dire “colpevole confusione” – che avvolge i criteri con quali viene oggi sostenuta la previdenza pubblica e domani si può concepire un diverso modo che coniughi “sostenibilità del sistema” e “pensioni di vecchiaia adeguate”. La previdenza complementare, cosa utile in sé, non può comunque surrogare i limiti di un sistema pubblico ad alta intensità di contribuzione, incapace nel futuro di garantire livelli prestazionali adeguati. La soluzione di questo problema epocale va ricercata, nel contesto di sistema pubblico, in un prudente mix fra fiscalità generale di base e contribuzione previdenziale individuale, come già realizzato in altri Paesi europei.