FALCONE – BORSELLINO E LO STATO

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…dalla lettera scritta a una Preside di un liceo di Padova da Paolo Borsellino il mattino del 19 luglio 1992, giorno dell’attentato a lui e alla sua scorta:  “Cosa Nostra tende ad appropriarsi delle ricchezze che si producono o affluiscono sul territorio principalmente con l’imposizione di tangenti (paragonabili alle esazioni fiscali dello Stato) e con l’accaparramento degli appalti pubblici, fornendo nel contempo una serie di servizi apparenti rassembrabili a quelli di giustizia, ordine pubblico, lavoro etc, che dovrebbero essere forniti esclusivamente dallo Stato. E’ naturalmente una fornitura apparente perché a somma algebrica zero, nel senso che ogni esigenza di giustizia è soddisfatta dalla mafia mediante una corrispondente ingiustizia. Nel senso che la tutela dalle altre forme di criminalità (storicamente soprattutto dal terrorismo) è fornita attraverso l’imposizione di altra e più grave forma di criminalità. Nel senso che il lavoro è assicurato a taluni (pochi) togliendolo ad altri (molti).”

……..da un’intervista di Giovanni Falcone ad Attilio Bolzoni: “Io sono solo un uomo di questo Stato. Io credo nelle istituzioni”…….e da un’altra a Francesco La Licata: “io sono solo un servitore dello Stato“.