Il DEF 2014 e gli stipendi pubblici.


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Ferve il dibattito sulle misure di risparmio sul pubblico impiego previste dal DEF 2014. Diamo qui conto dei riferimenti specifici presenti sugli atti ufficiali (vedi qui il testo integrale del DEF 2014) recentemente emanati e/o diffusi dal Governo.

Per quanto riguarda invece i contenuti del DEF 2014 (sezione II, pagina 34), si riportano testualmente le previsioni di spesa nel quinquennio 2004-2018: “Nel quadro a legislazione vigente, la spesa per redditi da lavoro dipendente delle Amministrazioni Pubbliche è stimata diminuire dello 0,7 per cento circa per il 2014, per poi stabilizzarsi nel triennio successivo e crescere dello 0,3 per cento nel 2018, per effetto dell’attribuzione dell’indennità di vacanza contrattuale riferita al triennio contrattuale 2018-2020. La riduzione attesa nel 2014 è dovuta al consolidarsi delle misure di contenimento della spesa per redditi per il pubblico impiego disposte dalle recenti manovre di finanza pubblica. Il modesto incremento dello 0,1 per cento stimato per l’anno 2015 è determinato, principalmente, dal venir meno di alcune delle predette misure di contenimento della spesa in vigore nel periodo 2011-2014, in particolare il limite di spesa individuale riferito alla retribuzione percepita nell’anno 2010 ed il riconoscimento ai soli fini giuridici delle progressioni di carriera. Tali effetti di spesa sono stati in gran parte compensati dalla decurtazione permanente, introdotta a decorrere dal 1°gennaio 2015 dalla Legge di Stabilità 2014, delle risorse destinate al trattamento accessorio in relazione ai risparmi di spesa determinati ai sensi del D.L. 78/2010 ed inizialmente previsti per il solo triennio 2011-2013 (successivamente prorogati dal DPR 122/2013 sino al 31 dicembre 2014). Inoltre, la previsione per l’anno 2015 non sconta più l’erogazione dell’indennità di vacanza contrattuale relativa al triennio 2015-2017, a seguito della disposizione introdotta dalla Legge di Stabilità 2014 che ha individuato, quale indennità di vacanza contrattuale di riferimento per il predetto triennio, quella in godimento dall’anno 2010. Negli anni 2016 e 2017 la spesa per redditi si manterrebbe circa costante, per poi aumentare dello 0,3% nel 2018 in ragione della nuova indennità di vacanza contrattuale relativa al triennio 2018-2020.”

Dalle affermazioni evidenziate in corsivo, molti quotidiani e i Sindacati hanno dedotto la conferma del blocco della contrattazione del settore pubblico fino a tutto il 2020 (Il DEF blocca gli aumenti per gli statali  ). Il Ministro Padoan ha smentito ufficialmente tale interpretazione: la previsione, si afferma, risulta essere la mera registrazione di una linea di tendenza “a politiche invariate“: ciò, in coerenza con il “doppio binario” di esposizione di tutti documenti di programmazione economica – “previsioni tendenziali” a legislazione costante/politiche invariate e “previsioni programmatiche” comprensive di modifiche legislative previste.

Eppure, ciò che risulta chiaro dal vai e vieni di notizie e di smentite è che nulla di chiaro e di equilibrato è emerso finora nelle previsioni del Governo: non l’estensione del perimetro d’intervento (tutto il pubblico impiego? solo la dirigenza?), non una base logico-scientifica effettiva per “giustificare” la diminuzione delle retribuzioni dei dirigenti pubblici e degli impiegati in genere; non la previsione di una metodologia di “intervento” sulle retribuzioni; non l’importo medio individuale delle riduzioni previste. Risulta “certificata” sulle slide di Cottarelli “solo” la dimensione finanziaria dell’intervento previsto: 500 milioni di euro in ciascuno dei tre anni 2014-2015 e 2016, che sono un’enormità viste le dimensioni dell’universo di riferimento.