Sono circa 76 miliardi di euro, utilizzati fino ad oggi per un importo vicino al 10%, i danari previsti dall’Unione Europea, per gli anni 2014-2020, per una serie di spese d’investimento, nelle materie più disparate: ricerca, piccole e medie imprese, agricoltura, ambiente , occupazione giovanile, trasporti e infrastrutture.
Le slide qui sotto consentono di inquadrare meglio la situazione attuale, ma non danno conto sul perchè l’Italia non spende. Il malfunzionamento delle Amministrazioni centrali e regionali è sicuramente la causa più evidente in superficie: ma, dietro la solita favoletta della “burocrazia”, si cela l’irrazionalità delle regole e l’inesistenza di una vera cabina di regia in grado, per esempio, di orientare la spesa verso progetti realmente sfidanti. Al contrario, il potere decisionale é rimesso a centri di potere totalmente sconnessi ed autonomi, che sovente polverizzano la destinazione dei fondi UE e si dedicano a microfinanziamenti di natura assistenziale. La prova di ciò è facilmente acquisibile consultando il sito OpenCoesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri – clicca qui : il Dipartimento ha sotto monitoraggio ben 1 milione e 100.000 progetti , in larga parte non ancora avviati, alcuni dei quali finanziati con poche decine di euro a pasticcerie, centri benessere e vari. Consigliamo di consultare le varie “liste di progetti” nel sito in questione. E’ sufficiente questa lettura per comprendere come funziona il nostro Paese.
Il finanziamento dei fondi strutturali europei