Inimitabile burocrazia italiana: l’auto-raccomandazione

Nessuno potrà mai eguagliare la fantasia, le capriole, i dribbling che la burocrazia pubblica italiana quotidianamente produce. Regno del cavillo e della clausola, disperazione dell’efficienza, ora la pubblica amministrazione ha generato una nuova forma non scritta di operatività: l’auto-raccomandazione. 

Si può chiaramente analizzare questo nuovo istituto socio/giuridico osservando ciò che è accaduto a chi scrive in occasione del rinnovo del suo passaporto. 

In un altro post – clicca qui “I diritti conculcati: il rilascio del passaporto” – abbiamo descritto gli insopportabili ritardi che si osservano nella città di Roma nelle operazioni di rinnovo: chi vada sul sito della Polizia di Stato è invitato ad attenersi a rigide prescrizioni di PRENOTAZIONE DEL GIORNO DI PRESENTAZIONE DEI DOCUMENTI NECESSARI. In altri termini, lo stop e il ritardo non si manifestano DOPO la presentazione dell’istanza di rinnovo, ma PRIMA; chi abbia un passaporto in scadenza nei tre o quattro mesi successivi è in forse rispetto la possibilità di recarsi all’estero perché la prenotazione si fa SOLO sul sito della Polizia di Stato e le prime date possibili sono relegate a circa sei mesi dalla data della prenotazione stessa. La mia prenotazione è stata stabilita dal sito per il 30 ottobre p.v. a uno sperduto commissariato dall’altra parte di Roma. In altri termini, con un passaporto in scadenza oggi, la possibilità di avere il rinnovo si sposta ai sette otto mesi data.

ALMENO COSI’ SEMBRAVA all’ingenuo che scrive! Ma un amico più sveglio gli ha fatto una rivelazione: “…Guarda che io sono andato al mio commissariato senza prenotazione e gli ho detto che non l’avevo ma che era urgente disporre del passaporto; il poliziotto gentilmente mi ha detto: si metta in fila, quando finiscono i prenotati vediamo cosa si può fare”. Risultato: alla fine della giornata è riuscito a presentare l’istanza di rinnovo… qui è scattata la mia italica furbizia e mi sono precipitato stamane al mio Commissariato di Polizia . Dopo un’attesa di mezz’ora finalmente è apparso l’addetto del servizio passaporti al quale ho fatto  richiesta identica a quella del mio amico. MIRACOLO! “Si accomodi dentro e vediamo”. Mi attendeva una poliziotta burbera e accaldata (ma simpatica) la quale mi ha chiesto quali fossero i motivi “dell’urgenza”: mi sono inventato la qualunque, ma era chiaro che mi avrebbe favorito “Ce l’la documentazione necessaria? Ce l’ha la prenotazione elettronica che la devo cancellare? Compili l’istanza! Che non l’ha ancora compilata?? Metta qui le dita per le impronte digitali! Metta la firma digitale! ASPETTI un attimo che controllo (al casellario giudiziario presumibilmente – ndr) se posso ridarle copia del passaporto scaduto!” Dopo cinque minuti di attesa di risposta da parte dell’inefficiente sistema di banca dati centrale, mi ha dato la benedizione finale “Non prima della fine di agosto…” “Grazie!!!” Evvai!   Non credo di aver svelato comportamenti scorretti raccontando questo esilarante episodio, perché, osservando meglio le direttive di Polizia, ho scoperto la seguente formuletta magica

In altri termini, nella situazione di totale inadeguatezza nei tempi di servizio, la burocrazia italiana ha concepito una valvola di sicurezza e di scarico cui  può usufruire qualunque cittadino. Basta essere in pò svegli o avere una buona dritta. 

Il rilascio del passaporto non è l’unico servizio in cui opera la “scorciatoia semi-ufficiale”! Anche i richiedenti la carta d’identità, che a Roma attendono mesi, se si presentano in aeroporto con regolare biglietto aereo e con carta ‘identità “strappata”, vengono immediatamente indirizzati a un servizio pubblico presente nello stesso aeroporto che fornisce la nuova carta in un’ora di tempo.

Come chiamare questa nuova forma di esercizio democratico nell’aggirare le procedure se non “auto- raccomandazione”? Ma attenzione! Se le notizie presenti in questa nota diventeranno di dominio pubblico diffuso, allora seguirà un periodo di blocco, seguito poi a sua volta da un altro ingegnoso metodo di sblocco.

In conclusione, la saggezza/furbizia italica  può generare “valvole di scarico” rispetto agli inaccettabili ritardi burocratici, consistenti in operazioni semi-occulte  e non previste chiaramente, che il cittadino può porre in essere senza necessariamente avere un parente o un amico poliziotto (nel caso del passaporto). Siamo in presenza della raccomandazione “fai da te”, dell’”auto-raccomandazione”. Genio italico! Questo Paese non l’affonda niente e nessuno.

Giuseppe Beato

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