Donne per la salvezza – Half of it

La pandemia  ha drammaticamente colpito il nostro paese portandolo in una profonda recessione e determinando un crollo dell’occupazione. I settori più colpiti sono risultati quelli del terziario privato, commercio, alberghi, turismo, servizi alla persona. Settori a prevalente occupazione femminile che infatti ha subito un declino imponente. E’ ora arrivato il momento di reagire alla crisi, utilizzare al meglio i fondi messi a disposizione dall’Europa per rilanciare lo sviluppo e avviare finalmente quelle riforme di cui si sente il bisogno da decenni.

In questo contesto, occorre un nuovo sguardo sulle politiche necessarie a far aumentare la partecipazione delle donne alla vita economica e sociale del paese. Perché tutti ne potranno trarre beneficio.  Un più elevato tasso di occupazione femminile favorirà una maggiore crescita del PIL e un aumento del tasso di natalità, contrastando il declino demografico in atto, e contribuirà a rendere il nostro paese più vicino agli standard europei in termini di democrazia paritaria.

In questa direzione merita si muove la recentissima iniziativa Donne per la salvezza- Half of it. con il manifesto delle donne per far ripartire il Paese: Metà della governance di Next Generation EU alle donne e una valutazione di genere ex ante ed ex post di qualsiasi stanziamento; almeno il 60 per cento dei bambini da 0 a 3 anni accolti nei nidi pubblici entro 5 anni; un cashback sui servizi di cura e assistenza per le famiglie; assunzioni di donne e giovani nei servizi pubblici; diritto a maternità e malattia per tutte le categorie professionali autonome, ordinistiche e non.

Questi alcuni dei punti salienti che la rete Donne per la salvezza – Half of it ha indirizzato al governo, con un insieme di indicazioni programmatiche sugli investimenti necessari per far crescere l’occupazione femminile e quindi il Pil con le risorse europee e il riordino della spesa nazionale. Tra gli altri punti del Manifesto, a cui ha aderito una lista lunghissima di associazioni, ci sono la sanità e l’assistenza di prossimità per anziani, disabili e non autosufficienti; investimenti su consultori e centri antiviolenza; politiche di condivisione del lavoro di cura e della genitorialità, ponendo a carico della fiscalità generale il 100 per cento dell’indennità obbligatoria di maternità. Nel campo dell’istruzione,  tempo pieno nelle scuole e insegnamento di educazione civica, finanziaria e contro gli stereotipi; riduzione delle tasse per le studentesse delle lauree Stem Per quanto riguarda il lavoro, sostegno all’imprenditorialità femminile; riduzione dei contributi previdenziali, parità salariale.
Antonella Crescenzi
Di seguito, oltre al link al convegno di presentazione (clicca qui), il testo del Manifesto.
Articoli Recenti Relativi