In anteprima il testo del Parere del Consiglio di Stato – vedi alla fine del presente articolo – sullo schema di decreto sulla dirigenza pubblica, che smonta pezzo per pezzo il contenuto del decreto Madia, con molteplici rilievi di contrasto con i principi costituzionali e con i criteri della legge di delega. Continua a leggere
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La dirigenza pubblica contro la riforma Madia – I video degli interventi alla Camera.
L’audizione alla Commissione affari costituzionali della Camera dei Deputati dello scorso venerdì 7 ottobre 2016 alle associazioni (fra le quali la nostra) e ai sindacati della dirigenza pubblica ha dimostrato con chiarezza che lo schema di “decreto legislativo sulla dirigenza della Repubblica” é unanimemente considerato come sbagliato Continua a leggere
Le retribuzioni dei dirigenti pubblici italiani.
VEDI ANCHE: I DATI ERRATI DELL’OCSE SULLE RETRIBUZIONI DEI DIRIGENTI PUBBLICI ITALIANI
Se nei politici di bassa lega la svalutazione della dirigenza pubblica ha una sua ragion d’essere perché li rende padroni assoluti delle Amministrazioni pubbliche, per i grandi giornali d’informazione sfugge il motivo della diffusa “acredine editoriale”: Continua a leggere
La serietà del Custode del Museo di Capodimonte a Napoli.
Un Custode del Museo Capodimonte di Napoli si è reso protagonista di un episodio che fa onore a un dipendente pubblico: ha negato il consenso di suonare il pianoforte del salone da ballo del Museo al Maestro Riccardo Muti, Continua a leggere
Licenziamento immediato e stipendio ridotto.
Continuano a susseguirsi, come da dieci anni a questa parte, gli annunci di leggi draconiane verso i dirigenti e gli impiegati pubblici colpevoli di infrazioni disciplinari o di scarso rendimento – VEDI QUI e QUI i resoconti sui maggiori quotidiani d’informazione. La repressione per via legislativa dei molti casi di cattiva amministrazione – cosa in sé da condividere pienamente – non risolverà, tuttavia, il problema del buon funzionamento delle PP. AA. nel nostro Paese. Per fare ciò, sono necessarie, non leggi a ripetizione, ma la dotazione al nostro sistema istituzionale di organismi indipendenti pubblici capaci di presiedere, seguire e vigilare costantemente e con autorevolezza la gestione delle pubbliche amministrazioni italiane, con facoltà d’intervento efficaci.
Funziona così da svariati decenni nel Governo federale degli Stati Uniti con l’OPM (office of personal management – vedi il sito) , in Inghilterra con il Senior civil service (vedi il sito), in Francia con la Direction generale de l’amministration et de la function publique (vedi sito). Questi uffici sono dotati di poteri autonomi che consentono loro di dirigere/governare/controllare/sanzionare la bontà dei processi – di reclutamento, valutazione, carriera e sanzioni di tutti i dirigenti e i funzionari pubblici – posti in essere da tutte le amministrazioni di quei Paesi. Qui in Italia abbiamo nel Dipartimento della funzione pubblica una caricatura di tutto questo, consistente in un plesso amministrativo sovraccarico di uffici dedicati a costruire ostinatamente nuove leggi e nuovi regolamenti. Di uffici dotati di poteri, finanziamenti e risorse professionali adeguate per attuare le direttive di legge si trova traccia solo in qualche sottoscala di Palazzo Vidoni. Ma si sa, noi siamo il paese della Commedia dell’arte.
VEDI SU QUESTO TEMA UN NOSTRO RECENTE COMMENTO : “Riforma o spot?”
Al pubblico impiego continua ad applicarsi l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Con andamento altalenante (vedi qui la sentenza precedente del novembre 2015), La Corte di Cassazione sembra avere definitivamente stabilito che “plurime ragioni inducono ad escludere che il nuovo regime delle tutele in caso di licenziamento illegittimo possa essere applicato anche ai rapporti di lavoro disciplinati dall’art. 2 del d.lgs n. 165 del 2001″. Pubblichiamo il testo della Sentenza n. 11868 del 9 giugno ultimo scorso della Sezione Lavoro, nel testo della quale (vedi in particolare alla pagina 6) sono illustrati i motivi del nuovo orientamento. Le conclusioni della Corte di Cassazione non hanno mancato di sollevare polemiche – vedi qui Sole 24 ore – e precisazioni – vedi qui precisazioni di Giovanni Canzio, Primo Presidente della CdC. La questione, in fondo a tutto, rimane sempre quella dibattuta nel corso degli ultimi 20 anni: gli impiegati pubblici devono avere eguale regime giuridico dei lavoratori privati?
Di seguito la Sentenza.
_Cassazione – Sezione Lavoro n. 11868 9 giugno 2016
Referendum confermativo: opinioni dei costituzionalisti a confronto.
La riforma più incisiva del testo della Carta costituzionale dei nostri Padri costituenti è ora alla prova del referendum confermativo del prossimo ottobre. Si è immediatamente aperto un dibattito che vede coinvolti illustri costituzionalisti, schierati su diverse posizioni. Alla discussione, tuttavia, vanno premessi i criteri di metodo e di civiltà esposti dal prof. Guido MELIS: 1. Non insultiamoci; 2. Partiamo dal presupposto che la materia è discutibile senza che chi la pensa diversamente sia un prezzolato; 3. Stiamo alla riforma senza tirare in ballo altre cose che le sono estranee; 4. Lasciamo da parte i morti, che hanno diritto di tacere: 5. Evitiamo i toni apocalittici: non siano alla fine della democrazia. Si può ?
I criteri sopra esposti sono anche i nostri. Ciò premesso diamo conto nel seguito delle antitetiche valutazioni rese pubbliche da due gruppi di autorevolissimi costituzionalisti: una per il SI’ e una per il NO:
Vedi il testo delle modifiche costituzionali – clicca qui.
Il dibattito sulla riforma costituzionale: Cassese e Zagrebelsky.
Il bello della democrazia é anche questo: che su un tema di fondamentale importanza per il futuro della vita civile, sociale ed economica del nostro Paese si trovino su posizioni antitetiche due illustri maître à penser della nostra Repubblica, componente Sabino Cassese dell’attuale Corte costituzionale, già suo Presidente Gustavo Zagrebelsky. Iniziamo il nostro dibattito riportando la loro opinione sull’opportunità o meno di approvare il testo della Carta costituzionale – così come modificato il 15 aprile 2016 (vedi qui il vecchio e il nuovo testo) – con il referendum confermativo del prossimo autunno.
Le motivazioni del SI’ – Sabino Cassese
Le motivazioni del NO – Gustavo Zagrebelsky
Qualità e analisi d’impatto della regolazione (AIR).
Presentiamo l’Annuario 2014 (vedi qui_Annuario2014), edito dall’Osservatorio AIR. D’interersse anche il precedente annuario 2013 (Osservatorio AIR_Annuario_2013), all’interno del quale si possono cogliere spunti e approfondimenti importanti per avvicinare una tematica sconosciuta ai più e, soprattutto, largamente desueta nella prassi di produzione delle leggi e dei regolamenti qui in Italia. Utile, innanzitutto, chiarire che il termine “better regulation” potrebbe incuriosire di più e meglio se fosse declinato nella nostra lingua come “qualità della regolazione“. Le tecniche dell’AIR (analisi d’impatto della regolazione) hanno l’ obiettivo di valutare e supportare la qualità della regolazione (una legge, un regolamento) nella fase preparatoria precedente alla loro emanazione. Anche in questa materia, l’ordinamento pubblico del nostro Paese va a rimorchio di altri e stenta ad assimilare i principi di “qualità della regolazione” sanciti in sede OCSE (vedi qui) e presso l’Unione europea. La coscienza del nostro legislatore è comunque “a posto” , avendo l’Italia prodotto disposizioni di legge e di regolamento – quasi mai applicate – sull’AIR e sul VIR (valutazione ex post dell’impatto della regolazione): vedi qui.
L’Osservatorio AIR (vedi qui il sito) è un’associazione, presieduta dal prof. Alessandro Natalini, che segue da anni le vicende della qualità della regolazione e produce gli annuari che qui presentiamo: il focus d’interesse dell’Annuario 2014 è sulla “Regolazione nelle autorità indipendenti” (l’Autorità per l’energia elettrica AEEGSI, l’AGCOM, la Banca d’Italia, la CONSOB, etc.).
Ci sembra utile richiamare anche alcuni punti focali del precedente Annuario 2013: in particolare il capitolo 2, di Siriana Salvi, in cui vengono illustrati l’AIR e il VIR nel contesto internazionale (pag. 45 e segg.), la citazione delle raccomandazioni del Consiglio UE dell’8 luglio 2014 (pagg. 23 e 24) all’interno delle quali si può leggere sull’AIR in Italia che “l’applicazione, se si eccettua l’esperienza maturata dalle autorità indipendenti, è ancora largamente insufficiente“. Indicativa anche la rassegna della giurisprudenza in materia (vedi il contributo di Monica Cappelletti alle pagine 115 e seguenti) all’interno della quale si può apprendere dal Consiglio di Stato con Sentenza n. 2521 del 2012 (vedi testo) che – in riferimento ai processi di regolazione normativa delle Autorità indipendenti – “la relazione AIR…può essere sottoposta al sindacato del giudice amministrativo solo nel caso in cui vi sia contrasto con il principio di ragionevolezza tecnica” ma che “l’eventuale mancanza della stessa non inficia la regolarità del procedimento di adozione”. …e chi vuole intendere, intenda.
Dirigenti allo sportello e valore del lavoro.
Ci piace annoverare fra gli interventi a scopo non pubblicitario, ma come atto consapevole di etica pubblica, la decisione di Enrico Maria Ruffini, non ancora cinquantenne Amministratore delegato di Equitalia, di invitare i suoi dirigenti a coadiuvare personalmente il lavoro di sportello gestito dai suoi uffici ( vedi la sua nota ai dirigenti di Equitalia – clicca qui – e la notizia su “la Repubblica” di ieri 16 aprile 2016). La funzione dello “sportello” – malamente ed erroneamente considerato servizio “di risulta” fino a pochi anni fa negli uffici pubblici – ebbe un positivo soprassalto in occasione della promulgazione della Legge n. 150 del giugno 2000 (vedi) che istituì fra l’altro gli “Uffici relazioni con il pubblico“. Fu soprattutto un modo per rappresentare a tutti il fatto che il punto nevralgico d’incontro fra Pubblica amministrazione e cittadino utente é quello: é lì che il cittadino giudica dell’efficienza, della disponibilità e della utilità di un determinato ufficio pubblico. E’ anche evidente il fatto che, se il servizio di sportello “funziona”, ciò dipende dalla buona organizzazione del servizio impressa dal dirigente competente.
Tuttavia, l’idea di coadiuvare a tratti personalmente i colleghi incaricati del servizio arricchisce il quadro di un ulteriore concetto: quello della preziosità del lavoro, di qualunque lavoro, pubblico o privato, sia dirigenziale, sia di concetto, sia operativo-materiale. Il lavoro come fonte di ricchezza e di dignità degli uomini e delle donne é un concetto disperso nel nostro Paese fra le nebbie del guadagno facile, della scommessa vincente, dell’opulenza e dell’estetica. Quanto a dire che la narrazione di uno stile di vita amorale sfida continuamente l’unica etica pubblica vincente per qualunque comunità civile voglia sopravvivere: quella del lavoro e dell’integrità personale.
Dirigenti Equitalia tutti allo sportello
ISTAT – Il conto consolidato della PA 2015 e costo del lavoro pubblico.
Nei giorni scorsi è stato pubblicato dall’ISTAT (vedi) l’ultimo conto economico trimestrale e il consolidato 2015 delle Amministrazioni pubbliche, con la quantificazione dei grandi aggregati di entrata e di uscita e dei saldi più importanti (indebitamento netto, saldo corrente e saldo primario). Questi i risultati.
Si nota subito come sia il macigno degli interessi passivi per debito pubblico (68 mld €) a pesare sul saldo globale (indebitamento netto) fra entrate e uscite delle Amministrazioni pubbliche (-42 mld€): senza l’eredità di 35 anni di sperperi, la gestione della cosa pubblica potrebbe viaggiare spedita ed effettuare investimenti e spese sociali in quantità sicuramente maggiore. La spesa per interessi, peraltro, é fortunatamente in netta discesa rispetto al 2012, epoca in cui con più violenza si abbatté sui nostri conti pubblici il peso dello spread con i tassi d’interesse tedeschi. Colpisce l’evidenza dell’incremento della spesa per pensioni e prestazioni sociali, nonostante le misure draconiane adottate con la “legge Fornero”. Diminuisce – dal 2012 – di 4,5 mld di euro la spesa per redditi di lavoro dipendente. Fa ben sperare una certa tendenza alla ripresa delle spese per investimento pubblico, dalle quali dipende in gran parte la qualità delle nostre infrastrutture. Incontrovertibilmente aumenta il peso delle imposte dirette e indirette e dei contributi sociali, in una spirale di appesantimento del costo del lavoro sul fronte delle imprese e di decremento della propensione al consumo sul fronte delle famiglie.
Vero snodo di operatività reale non invasiva e antisociale sui conti pubblici sarebbe e dovrebbe essere la diminuzione della spesa per “consumi intermedi” delle PP . AA. (automobili, energia, informatica) sui quali esistono margini di risparmio nell’ordine di miliardi (vedi qui). Qui tuttavia si tratta per il Governo di esercitare tutta la propria volontà politica per “calmierare” i mille rivoli di spesa che provengono incontrollati dai circa 40.000 centri di spesa delle varie pubbliche amministrazioni italiane. Eppure sarebbe l’unico tipo di risparmio che comporterebbe per la comunità nazionale benefici senza costi sociali collaterali.
Modifiche alla legge n. 196 del 2009: Bilancio per missioni e programmi e bilancio di cassa.
VEDI QUI I TESTI DEFINITIVI DEI DECRETI LEGISLATIVI N. 90 E N. 93 DEL 12 MAGGIO 2016
Sono in discussione presso le competenti Commissioni parlamentari gli Atti del governo n. 264 e n. 265, contenenti 2 schemi di decreto delegato della Legge n. 196/2009 (vedi) di riforma della contabilità e della finanza pubblica. Saranno pertanto emanati a breve due decreti legislativi che modificheranno le disposizioni ivi contenute, con riguardo specifico ai “bilanci per missioni e programmi” e al “bilancio di cassa“. Per comodità del lettore, pubblichiamo il nuovo testo della 196 – elaborato dagli uffici studi di Camera e Senato – integrato con le nuove disposizioni.
Oltre al link sulle audizioni del Presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, del Ragioniere generale dello Stato e del parere della Corte dei Conti – clicca qui – presentiamo qui sotto le valutazioni e proposte presentate dalla nostra Associazione al Presidente della Commissione bilancio on. Francesco Boccia, in ordine agli argomenti rivisti dalle modifiche legislative. L’idea di fondo consiste nella massima integrazione fra ciclo di bilancio e ciclo della performance.
INPS – 104 miliardi di contributi mai incassati.
Piccolo dibattito sulle tesi Bocconi: intervento di dirigenti pubblici.
Il nostro “resoconto” sui contenuti emersi nel convegno organizzato dall’Università Bocconi su “LA PA che Vogliamo” (clicca qui) ha sollecitato un piccolo dibattito. Pubblichiamo di seguito i punti di vista di tre dirigenti pubblici – soggetti quindi ben “informati” sul tema – dal taglio non “schierato” come quello del nostro resoconto, ma utilmente “dialogante”. Chiunque volesse partecipare al dibattito su “ruolo, status e riforma della dirigenza pubblica in Italia” potrà inviare il suo punto di vista argomentato all’indirizzo eticapa2014@gmail.com
Sarà garantito l’anonimato oppure, ove autorizzati, sarà citato l’autore.
Personalmente ho avuto modo di partecipare in un’ occasione.
Università Bocconi di Milano – La PA che vogliamo.
L’Università Bocconi di Milano rinnova ormai da quattro anni il suo appuntamento con un convegno che denomina sempre allo stesso modo: La PA che vogliamo. Avvertendo il lettore che noi di Nuova Etica Pubblica la pubblica amministrazione non la vogliamo così come la immagina la Bocconi, offriamo un riepilogo ragionato e le nostre chiose sui contenuti dell’ultimo convegno tenutosi lo scorso 22 febbraio 2012.
Convegno all’Università BOCCONI 22 FEBBRAIO 2016
Il D.P.R. di riordino delle funzioni in materia di misurazione e valutazione delle performance.
Il decreto del Presidente della Repubblica – previsto dall’articolo 19 dl decreto legge 24 giugno 2014, n 90, convertito in Legge 114/2014 – vedi qui – sul riordino delle funzioni in materia di misurazione e valutazione delle performance é in questi giorni all’esame del Parlamento per l’espressione del parere prima della sua emanazione. Ne pubblichiamo il testo, nonché la documentazione di riferimento.
Atto del Governo n 268 del 2016- vedi.
Riordino delle funzioni in materia di valutazione delle performance
Il processo di produzione delle Leggi in Italia – Relazione al convegno del 24 febbraio 2016
Pubblichiamo in anteprima la relazione del Presidente di “Nuova Etica Pubblica”, dr. Antonio Zucaro, al convegno del 24 febbraio 2016 sull’eccesso di leggi e sulla distorsione della funzione normativa in Italia. Il convegno era organizzato dalla nostra associazione in sinergia con il “Centro per la Riforma dello Stato” (www.centroriformastato.it). Ascolta qui la videoregistrazione: clicca qui
Antonio Zucaro – Processo di produzione leggi in Italia.
Angelo Giubileo: sulla natura delle cose.
Pur non avendo il programma il nostro sito di avventurarsi in materie filosofiche, pubblichiamo volentieri il link al sito Pensalibero.it ove è stata pubblicata una recensione del recente testo di Angelo Giubileo, membro della nostra Associazione,”Sulla natura delle cose” che spazia da Parmenide al Caos. Vaste programme!!
A parte qui una postilla dell’autore per la comprensione della materia trattata nel testo.
Postille a Sulla natura delle cose
Il Sistema amministrativo italiano – Cassese 1982.
IL SISTEMA AMMINISTRATIVO ITALIANO 1982 CASSESE
Riteniamo di fornire ai più giovani un elemento di conoscenza fondamentale pubblicando un testo “antico” del 1982 – Il Sistema amministrativo italiano – che costituiva materia di studio per i partecipanti dell’epoca ai corsi della Scuola superiore della Pubblica Amministrazione. Continua a leggere
Trasparency: la classifica internazionale 2015 sulla corruzione percepita.
Puntuale come una purga per le persone oneste arriva la classifica del 2015 sulla corruzione percepita (vedi qui la “cerimonia” di presentazione del rapporto – clicca qui dal Corriere.it per vedere anche la classifica interattiva). L’Italia si colloca al 61imo posto nel mondo e al penultimo in Europa, dopo Grecia e Romania.