Le rivalutazioni pensionistiche decurtate

La previdenza è materia molto ostica; rappresenta pertanto il paradiso di chi vuol “giocare” coi numeri e con le cose. Nel presentare i due articoli qui sotto – molto tecnici e ben argomentati – si deve, pertanto, premettere che si parla delle misure introdotte dall’ultima legge di bilancio che limitano la rivalutazione delle pensioni di quasi 3,5 milioni di persone rispetto all’andamento dell’inflazione. Per la comprensione chiara del tema in argomento sono necessarie due premesse:

  1. Quante e quali pensioni sono coinvolte? la legge parla delle pensioni di importo lordo superiore a quattro volte quello della pensione minima: a beneficio del “volgo”, l’importo attuale di una pensione minima é pari ad euro 525,38 lordi. Le manovre selle valutazioni vengono generalmente regolate con legge riferendosi a multipli di tale importo. Saranno, pertanto, toccati dalle misure entrate in vigore quest’anno i pensionati che beneficiano dei pensioni lorde mensili superiori a 2.254,93 euro ; quanto a dire circa 3 milioni e 481.000 pensionati su un totale di 16 milioni (circa il 21%);
  2. la “legittimità” – se così di può dire – delle pensioni “alte”: qui, al di là di qualunque altro punto di vista e ragionamento etico/politico, va precisato che nelle “stanze che contano” (e che poi scrivono le leggi) continua a girare una teoria accreditata dall’ex presidente dell’INPS Tito Boeri, che in questo sito si è già provveduto a dimostrare come priva di fondamento (si veda qui “La burla delle pensioni d’oro e i demagoghi“): che essendo il grosso di tali pensioni liquidate con “sistema retributivo” quelle pensioni siano state frutto di un “regalo”. Così non è, perché le retribuzioni percepite in carriera avrebbero consentito di percepire importi eguali se non superiori anche con il sistema contributivo, in virtù degli ingenti importi contributivi versati nel corso di decenni. Ma a molti piace continuare a crederlo. Piuttosto, va  sottolineato che il vecchio sistema retributivo osservava criteri di vera solidarietà consentendo oggi che quasi tre milioni di concittadini beneficino dell’integrazione al minimo, pur non avendo versato contributi corrispondenti nel corso della loro vita lavorativa.

Ciò premesso, presentiamo due studi , uno di Giuseppe Gasparini e l’altro di Alberto Brambilla e Antonietta Mundo (redatto quest’ultimo prima dell’approvazione definitiva della legge di bilancio 2023) che illustrano, il primo, gli sdrucciolevoli meccanismi applicativi della nuova legge sulla rivalutazioni, l’altro i profili di incostituzionalità e calcolano la perdita complessiva occorsa negli ultimi 10 anni per i percettori di alte pensioni. Evviva!

Gasparini – Legge di Bilancio 2023_Approfondimenti-2

Brambilla Mundo Osservatoriosull

 

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