L’agenda digitale del Governo Renzi

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Il Governo Renzi si sta dimostrando particolarmente attivo nel campo dell’informatica digitale. Ne sono prova, non solo le previsioni presenti all’articolo 1 della legge delega del pubblico impiego (che tuttavia appartengono sempre alla categoria della “legge come annuncio” della  “legge- buone intenzioni” di cui notoriamente è lastricata la via dell’inferno), ma una serie di iniziative amministrative che cercano di affondare sui problemi reali in campo.

Degni di attenzione sono i documenti progettuali presentati nello scorso marzo 2015. La validità di documenti di tal genere risiede nella misura in cui in questi riescono a definire e declinare chiaramente una linea progettuale di interventi, basati su un risultato finale individuato come prioritario, su dei conseguenti obiettivi strategici da perseguire, sulle modalità di azione prescelte, sui soggetti pubblici che dovranno operare e sulle risorse finanziarie poste in campo. In questo senso ci pare ben organizzato il documento seguente della Presidenza del Consiglio dei Ministri:

 Strategia per la crescita digitale 2014-2020 del 3 marzo 2015

In questo documento viene chiaramente delineata la situazione esistente, la strategia di crescita, lo stato dell’arte e le azioni future nei campi d’intervento prescelti che sono i seguenti : Anagrafe Popolazione Residente,  Pagamenti elettronici , Fatturazione elettronica PA,  Open Data, Sanità digitale,  Scuola Digitale,  Giustizia Digitale,  Turismo Digitale, Agricoltura Digitale (pagg. 59-99). Convince anche la scelta di rappresentare schematicamente i fabbisogni finanziari necessari per attuare i programmi in questione (vedi pag 117 – il totale del fabbisogno è quantificato in 4,5 mld di euro)

Meno soddisfacente il secondo documento della Presidenza del Consiglio dei Ministri,

 Presidenza del Consiglio dei ministri – Strategia italiana per banda ultra larga – 3 marzo 2015

Ci sono, a parer nostro due limiti di fondo in questo documento: 1) il ricorso ad una terminologia per iniziati che merita invece, quando ci si rivolge a un grande pubblico, la necessaria definizione dei contesti e dei significati: non tutti sono tenuti a conoscere cos’è l’ NGA, l’ LTE, il digital first (ancorché ufficialmente adottato all’articolo 1 della legge delega sulla PA), il FOIA,  FITTP e FTTH, etc etc…… l’Italietta del “latinorum” di Don Abbondio è sempre lì in agguato; 2) non c’è chiarezza sulle cose che chiunque vorrebbe sapere sull’evoluzione futura della banda larga in Italia, che sono: qual’è la situazione attuale infrastrutturale delle reti telefoniche fisse in Italia? quali interventi in concreto sono previsti e con quale piano? quali le città nelle quali sarà necessario l’intervento finanziario pubblico per ammodernare le reti in rame e trasformarle in fibra ottica? quanto tempo sarà necessario per colmare il gap esistente con gli altri Paesi UE? Una serie di riferimenti general-generici , poche informazioni circostanziate…Il Parlamento in funzione di vigilanza come è posto in grado di vigilare sul corretto e regolare andamento del Piano governativo? Le politiche pubbliche non vanno solo enunciate sulle disposizioni di legge, ma devono essere anche declinate su documenti governativi specifici e completi.

Su questi punti riportiamo alcune imperfette informazioni, la seconda delle quali veicolata dal Presidente del Consiglio in persona. La vera informazione deve avere i requisiti della completezza e dell’analiticità.

Prima informazione : A che punto sono le gare pubbliche per l’istallazione della banda ultralarga.

Seconda informazione: Il denaro appostato per colmare il gap digitale attuale – conferenza stampa del 5 agosto 2015.

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