Un onesto racconto del progressivo degrado di Roma.

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L’Ebook di Walter Tocci -(vedi qui) – di cui presentiamo un ampio estratto è per definizione e per contenuto un racconto “di parte”, a motivo della lunga militanza politica dell’autore nella compagine politica di sinistra e per essere egli stato vice-Sindaco e Assessore alla mobilità della Giunta Rutelli dal 1993 al 2001. Continua a leggere

Chi consiglia il Presidente dell’INPS Boeri?

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Lasciano increduli le dichiarazioni rese dal Presidente dell’INPS Boeri nella giornata del 26 novembre 2015 alla Commissione Anagrafe Tributaria della Camera dei Deputati (clicca qui): egli ha criticato – per meglio dire: attaccato – il Governo della Repubblica, suo datore di lavoro, per avere quest’ultimo inserito nella Legge di Stabilità una disposizione che “limita al 50% le spese informatiche di parte corrente dell’INPS“: ciò indurrebbe a “dimezzare l’importo di 198 milioni di euro in budget per le spese informatiche incomprimibili” e “impedirebbe di accendere i macchinari e di erogare servizi“. Scenario apocalittico, visto che l’Istituto gestisce circa 23 milioni di lavoratori assicurati, eroga mensilmente circa 21 milioni di prestazioni previdenziali e assistenziali, per una spesa complessiva annua di circa 350 miliardi di euro. Peccato che un esame solo superficiale del testo letterale “incriminato” ( vedi qui i punti 279-282 del maxi-emendamento del Governo, che hanno riproposto con modifiche  i contenuti dell’articolo 29 del ddl licenziato nello scorso ottobre  – clicca qui commi 279-282 A.S._2111_MAXI_1.9000) smentisce una simile lettura: il senso delle disposizioni sta nel fatto che le spese informatiche di tutte le pubbliche amministrazioni devono essere ricondotte all’azione della CONSIP s.p.a. e, soprattutto, a un programma triennale di acquisto di beni e servizi informatici, gestito dall’AGID, contenente “per ciascuna amministrazione o categoria di amministrazioni l’elenco dei beni e servizi informatici per la gestione corrente” con particolare riferimento a quelli che rivestono “particolare rilevanza strategica“. Il dimezzamento al 50%, in tale contesto, varrà solo per le spese effettuate fuori tale procedura centralizzata (vedi punto 282). Non solo, è qui impossibile parlare di “tagli” perché gli importi complessivamente risparmiati potranno essere “utilizzati dalle medesime amministrazioni prioritariamente per investimenti in materia tecnologica“. Per cui la spesa informatica complessiva della PA non diminuirà, ma muterà quanto al suo oggetto e – perlomeno così auspica il Governo – alla sua qualità. Nè – come invece affermato dal Presidente dell’INPS – sono mancate in questi mesi le spiegazioni circostanziate della ratio di questi provvedimenti ( vedi l’articolo web sull’argomento dello scorso ottobre 2015 –clicca qui –   e il dossier dell’Ufficio studi Senato in riferimento all’articolo 29 sopra citato – clicca qui). Avanziamo un’ipotesi: Boeri ha parlato ieri avendo presente il testo – molto diverso – dell’originario articolo 29 del ddl di stabilità dello scorso ottobre 2015 (vedi qui), che tuttavia era stato già modificato dal maxi-emendamento del Governo e regolarmente approvato dall’Assemblea di palazzo Madama il 20 novembre scorso. Uno scivolone clamoroso.

Chi o che cosa ha indotto Tito Boeri ad esporsi contro il Governo in modo così marcato e plateale e, soprattutto, senza uno straccio di supporto testuale alle affermazioni fatte? L’articolo de “Il Fatto quotidiano” di ieri 27 novembre probabilmente  spiega il vero motivo (clicca qui) per il quale alcuni “consigliori” hanno inteso “mal consigliare” il malcapitato Boeri. Rimane tuttavia la nostra domanda : chi “consiglia” Boeri nelle sue prese di posizione “tranchant“? Si potrebbe pensare a qualche collaboratore interno, se non si tenesse conto che, proprio su questo tema specifico, si erano già pronunciati (tuttavia sul testo precedente a quello emendato in Senato) la Confindustria (vedi qui le dichiarazioni di Elio Catania – clicca qui) e la CGIL (clicca qui)….comunque, alla fine, solo Tito Boeri rimane con il cerino in mano…..

Giuseppe Beato

Politiche pubbliche e territorio: decisori in rete.

13 nov 2015 – Il tema del convegno di Avellino.

Pubblichiamo la registrazione video degli interventi dei partecipanti al Convegno tenutosi nei locali della Provincia di Avellino lo scorso 13 novembre 2015 sulla tematiche delle politiche pubbliche sul territorio e sulla coesistente necessità per le Amministrazioni pubbliche di “fare rete“, meglio, di applicare i principi di “sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione” previsti dall’articolo 118 della Carta costituzionale. Il prossimo numero di gennaio 2016 della nostra rivista on line “Nuova etica pubblica” sarà interamente dedicato a questi temi e farà tesoro dei contenuti emersi nel convegno.

Introduzione di Daniela Carlà, Direttrice della rivista “Nuova etica pubblica” – clicca qui.

Carlo Sessa, Prefetto di Avellino – clicca qui.

Serena Angioli, Assessore della Regione Campania per i fondi europei – clicca qui 1  clicca qui 2.

Antonella Ciaramella, Vice-presidente della “Commissione semplificazione” del Consiglio regionale della Campania – clicca qui.

Domenico Gambacorta, Presidente della Provincia di Avellino – clicca qui.

Relazione al convegno di Antonio Zucaro, Presidente dell’Associazione “Nuova etica pubblica” – clicca qui.

Dario Ciccarelli, Direttore della Ragioneria territoriale dello Stato di Avellino – clicca qui.

Agostino Della Gatta, Consigliere nazionale dell’Associazione Alberghi Diffusi – clicca qui.

Maria Luisa Palma, Direttrice della Casa circondariale di Benevento – clicca qui.

Sandro Mameli, Responsabile del Dipartimento Management della Scuola Nazionale dell’Amministrazione – clicca qui.

Gianluigi Mangia, Professore di Organizzazione aziendale all’Università “Federico II” di Napoli – clicca qui.

Conclusioni di Paolo De Joanna, Presidente dell’OIV del Ministero Economia e Finanze e consigliere del Presidente della Regione Campania – clicca qui 1   clicca qui 2 .

Tavolo

pubblico

I “giornaloni” e il loro perenne fastidio per la dirigenza pubblica.

Corriere della Sera

Per noi è ormai una sorta di teorema dimostrato il fatto che i mezzi d’informazione – pur con timide e isolate retromarce – presentino “a prescindere” la dirigenza della Pubblica amministrazione come un peso e un impaccio per la collettività, quando non peggio. In occasione dei recentissimi eventi che ruotano intorno al commissariamento del Comune di Roma, questi interventi assumono il taglio stravagante de “Il partito dei manager ha commissariato la politica” (vedi qui sotto il fondo di Antonio Polito da “Il Corriere della Sera di ieri) e dei “Tecnici, prefetti, supercommissari: domina la Renzicrazia dei non eletti” (fondo di Roberto Arcuri da “Il Giornale” di ieri). La tesi sta nei titoli: la dirigenza pubblica starebbe “occupando” gli spazi e i poteri che la democrazia attribuisce agli eletti dal popolo….per una categoria a lungo bistrattata come la nostra queste tesi suonano ridicole, perché l’esperienza quotidiana racconta, invece, di continui straripamenti dei politici sulle competenze gestionali dei dirigenti. E’, piuttosto, corretto affermare che la sfiducia reciproca è altissima e il rincorrersi  di  accuse, dall’una e dall’altra parte, è all’ordine del giorno (vedi qui “La rabbia dell’assessore Esposito contro la dirigenza pubblica”)

Ma una cosa è sicura: la gran maggioranza della dirigenza pubblica non ha alcuna ambizione di “sostituirsi” alla politica, tutt’altro. La nostra Associazione, poi, ha le idee chiare sul rapporto fra politica e dirigenza pubblica, compiutamente esposte nel documento che qui riproponiamo (clicca qui: Per una riforma della PA – Nuova Etica pubblica). Il modello da seguire è quello della collaborazione e del reciproco rispetto, da conseguire attraverso una corretta e solidale “attuazione delle politiche pubbliche” che il Legislatore detta al Paese e alle sue pubbliche amministrazioni. Non altro.

 POLITO – Corsera del 2 nov 2015

 SCAFURI – Il Giornale del 2 nov 2015

Il mondo nuovo del diritto – per gli 80 anni di Sabino Cassese.

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Pubblichiamo il link al sito del Partito Radicale, contenente la registrazione audio della giornata di studio organizzata dall’Università “Roma Tre” in occasione degli 80 anni del prof. Sabino Cassese.

CLICCA QUI PER ASCOLTARE

 Programma-convegno-80 anni di Sabino Cassese

Investimenti pubblici nei Paesi OCSE e in Italia.

OCSE

Il recentissimo “Government at a glance 2015” – vedi qui – recante i dati sulle attività pubbliche dei Paesi aderenti, contiene fra le moltissime informazioni anche i dati relativi agli investimenti pubblici (pagine 135 e segg). Evidenziamo qui le tabelle relative alle percentuali degli investimenti pubblici sul Pil nazionale e le percentuali di investimenti pubblici sul totale della spesa pubblica nell’anno 2013. La percentuale media OCSE di ciascuno dei due indicatori é il 13% del PIL per il primo, e il 29% del tonale della spesa pubblica per il secondo. In tutti e due gli indicatori i sistemi pubblici che più investono sono quelli dell’Olanda, della Corea del Sud, della Finlandia della Svezia e del Giappone.

E l’Italia? Il nostro Paese si colloca al settultimo posto per la percentuale sul PIL – 10,7% e al terzultimo posto, davanti a Portogallo e Grecia, per la percentuale – 20,9% – sul totale della spesa pubblica. Sono dati che colpiscono in tutta la loro evidenza. Se poi avviciniamo questi dati alle posizioni dell’Italia nella classifica della corruzione – vedi qui l’allegato-Italia-2014 della relazione della Commissione europea sulla lotta alla corruzione – diventa egualmente intuitivo valutare la qualità della scarsa spesa destinata agli investimenti pubblici.

Un’ultima annotazione che va data senza ulteriori commenti: la stessa tabella OCSE sugli investimenti pubblici – vedila qui sotto – indica l’Italia come uno dei Paesi in cui è maggiore la quota di investimenti gestiti a livello locale. Questo il dato.

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Renzo Piano: e se ricominciassimo dalle periferie?

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Nemo propheta in patria. Sperando che l’adagio non valga per la genialità di Renzo Piano, riproponiamo le sue idee e il suo lavoro di Senatore per riqualificare l’ambiente delle grandi città italiane, iniziando da Roma. Sono in “cantiere” anche proposte concrete di avvio di politiche pubbliche finanziate.

“E ora salviamo le nostre periferie” – Intervisa a “il Foglio” del marzo 2014

25 settembre 2015 -Piano nazionale da 200 milioni di euro per la riqualificazione delle aree urbane degradate

La rigenerazione delle periferie per un nuovo Rinascimento italiano

Mariana Mazzucato – Lo Stato finanziatore dell’innovazione.

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Non bisogna essere ossessionati dal “mito” delle startup, ma occorre allargare lo sguardo e sviluppare un ecosistema innovativo nel quale le imprese appena nate riescano a crescere attraverso un’interazione tra investimenti pubblici e privati. E scriverlo è Mariana Mazzucato che ha approfondito nel suo testo “Lo Stato innovatore” – vedi qui – il ruolo degli investimenti pubblici nello sviluppo dell’economia digitale. Citando gli esempi della Gran Bretagna, ella conclude che non devono essere enfatizzate le startup o gli imprenditori in quanto tali, ma l’ecosistema innovativo entro il quale operano e dal quale dipendono…..tutti discorsi –  comunque – “in arabo” rispetto all’Italia, paese in cui gli investimenti pubblici sono in caduta libera (vedi qui).

Vedi qui la sintesi dell’articolo pubblicato sull'”Economist” nel marzo 2014

I destini del FORMEZ e la pubblica Amministrazione del Meridione.

FORMEZ

Nel momento in cui il dibattito sulla condizione dell’Italia meridionale ritorna all’attenzione dei più – vedi qui Rapporto SVIMEZ 2015 sul Mezzogiorno d’Italia ,  continua a sfuggire all’attenzione della politica la circostanza fondamentale secondo cui l’efficienza della Pubblica Amministrazione è condizione primaria perché possa essere avviata una qualunque politica pubblica nazionale per la risoluzione dei mille problemi sociali ed economici che la metà del nostro Paese ancora incontra sul suo commino. In questa ottica, lo smantellamento in corso di FormezPA previsto dall’articolo 20 del DL n 90/2014 in Legge n 114/2014  – vedi – costituisce la peggiore risposta che si possa dare. Formez PA è – in termini di conoscenze, relazioni e processi di sviluppo – un punto di riferimento consolidato per centinaia di amministrazioni pubbliche.

Invitiamo pertanto tutti a firmare la petizione che chiede lo “STOP ALLA CHIUSURA DELLA SEDE DI NAPOLI DI FORMEZPA

clicca qui per conoscere i termini della questione e per FIRMARE LA PETIZIONE.

Forum del G7 per il dialogo con le donne – iniziativa di Angela Merkel

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 Riprendiamo un articolo di Antonella Crescenzi, pubblicato sul sito www.cheliberta.it  su un’iniziativa scarsamente valorizzata dalla stampa italiana: lo scorso 16 e 17 settembre 2015  la Cancelliera Angela Merkel, nella sua qualità di Presidente di turno del G7, ha promosso il “G7 Forum for dialoge with Women” – vedi qui il link all’articolo – che ha posto sul tavolo dei leader mondiali l’impegno a supportare tutte quelle iniziative che possono ridurre le barriere per la partecipazione economica delle donne e sospingere così la crescita. Un eco significativo delle iniziative in corso é ravvisabile anche nelle dichiarazioni della stessa Merkel che non manca di collegare in uno il problema dell’accoglienza ai profughi comunitari con la condizione delle donne arrivate in Europa: “Non isolatevi e imparate il tedesco” è la raccomandazione di una donna affinché altre donne non vivano l’esperienza dell’emarginazione e dell’irrilevanza – vedi qui.

Per parte nostra, insistiamo su un concetto già espresso: il percorso di crescita della condizione delle donne non passa solo attraverso l’evoluzione dei costumi e dei valori, ma anche attraverso concreti e visibili interventi dello Stato in favore della condizione della donna lavoratrice e madre. Tutto questo implica, dopo e insieme alle dichiarazioni di principio, l’attivazione di concrete politiche pubbliche da affidare alle pubbliche amministrazioni, visibili, comprensibili e verificabili dai cittadini tutti. Sennò tutto il resto rimane fuffa o materiale buono solo per discussioni conviviali.

Guido Melis e “La burocrazia”: Nuova Etica Pubblica incontra l’autore.

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Un convegno e le riflessioni che ne scaturiscono non possono  certo mutare da soli le sorti della pubblica amministrazione italiana. Tuttavia, quando gli ospiti sono acuti pensatori, è garantito un risultato di crescita delle buone idee e un chiarimento comune per chi ragiona sui nodi di un problema irrisolto: potrebbe essere questa la sintesi dell’incontro organizzato dalla nostra Associazione “Nuova Etica Pubblica” con Guido Melis, uno dei massimi storici della pubblica amministrazione del nostro Paese, nella  splendida sala parrocchiale di S. Maria degli Angeli a Roma lo scorso 16 settembre 2015.

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Vedi qui gli interventi al convegno.

 INTERVENTI AL CONVEGNO PER LA PRESENTAZIONE DEL TESTO DI GUIDO MELIS

Che libertà – Il coraggio di essere donne.

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Alla presenza delle Ministre Marianna Madia e Beatrice Lorenzin é stato inaugurato ufficialmente ieri 19 settembre 2015 il nuovo sito web dell’Associazione “Se non ora quando – Libere”  – http://www.cheliberta.it – che presenta una serie di “firme al femminile” (vedi qui le firme) e si occupa della realtà dei nostri tempi dal punto di vista “donna”. Insieme al prestigio goduto da molte sue componenti, colpisce in particolare l’iniziativa  che l’Associazione ha collegato all’inaugurazione del sito, riguardante la questione della maternità nel nostro tempo e denominata “La libertà di essere madri” (vedi sulla questione il fondo di Cristina Comencini pubblicato su La Repubblica dello scorso 8 settembre – clicca qui ). Il “coraggio di essere donna” implica anche la libertà di lavorare di procreare: invece, nella società (italiana in particolare, aggiungiamo noi) attuale, la stragrande maggioranza delle donne che sceglie di percorrere una piena vita professionale “è amputata di una parte fondamentale della libertà, quella di lavorare e procreare“.

Accettando l’invito che fa a tutti l’Associazione di essere solidali e partecipativi nell’ascolto, nella discussione  e nelle proposte, noi di Nuova Etica Pubblica non possiamo che rivolgere la nostra attenzione al collegamento che c’è fra la condizione civile e sociale della donna e le azioni che pone in campo lo Stato e la pubblica amministrazione per tutelare tale condizione. La valutazione immediata su questo tema è quella dell’assoluta deficienza dell’intervento pubblico. Deficienza che colpisce aspetti sia concreti che normativi della maternità (e della paternità): la fruibilità di asili nido e di dopo scuola vicini ai luoghi di lavoro, il sistema dei trasporti nelle grandi metropoli,  la precarietà dei contratti di lavoro che penalizza le donne che desiderano essere madri, la carenza di una normativa di supporto alla condizione genitoriale negli uffici pubblici e privati. Segnaliamo, in tal senso, una battaglia che può essere intrapresa da subito per migliorare la situazione esistente: la recentissima Legge n. 124 dell’agosto 2015 di “Riforma delle pubbliche amministrazioni” reca all’articolo 14 una serie di misure di “promozione della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nelle amministrazioni pubbliche” che prevedono di “stipulare convenzioni con asili nido e scuole d’infanzia e a organizzare….servizi di supporto alla genitorialità, aperti furente i periodi di chiusura scolastica ” nonché “regole inerenti l’organizzazione del lavoro finalizzate a promuovere la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei dipendenti“. Queste previsioni di legge provocano due riflessioni immediate: la prima è quella che tali disposizioni dovrebbero essere estese a tutto il mondo del lavoro  – non solo quello pubblico – a motivo degli evidenti benefici di carattere generale che il sistema Paese riceverebbe dalla tutela della maternità delle donne lavoratrici; la seconda questione è quella dell’effettiva attuazione della previsione di legge, visti i frequenti, ripetuti e mortificanti precedenti di norme che si sono limitate alla pura declamazione di princìpi e non hanno mai ricevuto attuazione concreta. Invece, l’effettiva attuazione dei “bei principi” della Legge 124 costituirebbe un grandissimo passo avanti sulla strada della libertà di essere madri (e padri) della quale molti nostri figli sono oggi privati. Chissà se la Ministra Madia, madrina di questa legge, potrà tentare di smentire questi dubbi…..

Roma capitale e non capitale

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Roma e i romani non sono simpatici a molti, questo va detto per capire molte cose. Tuttavia, gli scandali, i disservizi, gli episodi a metà fra la farsa e il codice penale, fino alla tragedia del pedone ucciso a Piazza del Popolo – cioè in una zona che in qualunque metropoli europea sarebbe stata liberata dal traffico – tutti questi episodi hanno indotto il quotidiano della borghesia meneghina a “certificare”, attraverso la penna di Sergio Rizzo, il fatto che la questione romana non riguarda solo i romani, ma tutta l’Italia come Stato nazionale. Chissà, forse era necessaria la continua umiliazione della gente comune e normale di questa città perché un concetto così semplice fosse recepito nelle coscienze degli Italiani….

 LA CAPITALE QUESTIONE NAZIONALE

La guerra delle slide come strumento di propaganda politica.

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Le slide nascono come utile strumento di sintesi di concetti e pensieri, presentato soprattutto nei corsi di formazione e nei convegni per chiarire e registrare al meglio il pensiero del suo autore. Con il governo Renzi, le slide hanno modificato la loro funzione originaria diventando la traduzione “in termini semplici” delle incomprensibili enunciazioni legislative, con un occhietto d’intesa alle persone, del tipo: “adesso ti spiego io semplicemente il vero significato delle leggi che i burocrati mi hanno scritto”. All’inizio magari funzionava, invece adesso risulta sempre più chiara la limitatezza di questo strumento che non va – né può andare – al di là delle semplici enunciazioni di principio e di buone intenzioni ….Peggio poi se chi critica i programmi governativi (nel caso che segnaliamo è la CGIL), crede di operare efficacemente opponendo altre slide sull’argomento con affermazioni altrettanto apodittiche e prive di argomentazione.

Riformapa – slide Presidenza del Consiglio

CGIL – Cos’è davvero la riforma MADIA

Invece, quando viene approvata una legge che avvia una grande politica pubblica, la collettività nazionale meriterebbe un approccio maggiormente rispettoso, garantito attraverso una procedura molto semplice:  l’elaborazione di testi chiari e circostanziati – piani industriali o come meglio si vogliano definire – nei quali fossero evidenziati situazioni di partenza, gli obiettivi concreti perseguiti, il tempo previsto di realizzazione, le risorse finanziarie poste a disposizione e gli Organi dello Stato cui si demanda la regia dell’intero progetto.  Ciò a beneficio, non solo dell’opinione pubblica, ma anche e soprattutto del Parlamento il quale, a sua volta, dovrebbe e potrebbe utilmente valorizzare le proprie funzioni di vigilanza politica sul Governo e sull’attuazione delle politiche pubbliche, che sono uno dei due cardini della propria attività (insieme a quello di produzione normativa).

Invece, il contenuto e l’applicazione futura delle leggi fondamentali, da una parte, vengono ridotti a dichiarazioni da bar dello Sport (con il massimo rispetto per i bar dello sport dove si conoscono e si discutono assai meglio le materie trattate), dall’altra parte vengono rinviati all’emanazione futura di mitici “decreti delegati” che, regolando giuridicamente tutta la materia, saranno la grande levatrice delle riforme attese.

Il fenomeno delle mancate riforme é soprattutto il frutto, più che di debolezze dei contenuti, di un infelicissimo approccio a un qualsivoglia metodo di organizzazione ed applicazione delle politiche pubbliche previste nelle leggi di riforma approvate in Parlamento.

Rapporto SVIMEZ sul Mezzogiorno d’Italia.

ITALIA

I dati del Rapporto SVIMEZ sull’Italia meridionale – vedi qui il sito web –  non sono solo sconfortanti nella loro cruda evidenza, ma ci raccontano di un fallimento storico che dura da 154 anni, dal momento in cui i confini del Regno sabaudo furono estesi a tutto il territorio nazionale. La crisi del nostro Paese, oggi più che mai dopo il 2008, è la crisi nelle nostre Regioni meridionali: la caduta dell’occupazione è concentrata lì:  – 9% contro l’1,4% del Centro nord, i 576mila lavoratori in meno – sul totale degli 811mila – sono residenti nel Mezzogiorno. Il tasso  di occupazione tra i giovani diplomati e laureati  è oltre trenta punti più basso rispetto alla media europea, al 45%. Vedi qui sotto le Anticipazioni sui principali andamenti economici.

Tutto questo ci racconta del fallimento di tutte le politiche – non escluse quelle contro la criminalità organizzata – intraprese nel tempo. Vedi qui sotto le slide di sintesi con la relativa illustrazione e le anticipazioni del Rapporto.

 SLIDE con spiegazioni

Rapporto SVIMEZ 2015 _anticipazioni

Forumpa – Riforma del pubblico impiego e ruolo della dirigenza.

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Riproponiamo la registrazione audio del Convegno coordinato dal Consigliere giuridico del Ministero della semplificazione e della Pubblica amministrazione, dr. Bernardo Mattarella, tenutosi il 27 maggio scorso al ForumPa 2015. Continua a leggere

Normativa su Roma Capitale

ROMA LUPA

d lgs n 156 del 17 sett 2010 -Ordinamento provvisorio di Roma Capitale;

d lgs n 61 del 18 apr 2012 – Ordinamento di Roma Capitale;

d lgs n 51 del 26 apr 2013 – ulteriori disposizioni su Roma Capitale; vedi anche, a cura del Servizio studi della Camera dei deputati, le schede di lettura dei vari articoli del decreto – Clicca qui

Statuto di Roma capitale – delibera n 8 del 2013.

Vedi anche la normativa sul federalismo fiscale – clicca qui.

Convegno di Nuova Etica Pubblica sulla dirigenza.

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Pienone in Sala delle Bandiere del Parlamento europeo a Roma per il convegno del 24 aprile scorso, organizzato da Nuova Etica Pubblica “La dirigenza pubblica che vogliamo“. Erano presenti dirigenti pubblici e personalità accademiche. Si è notata l’assenza dell’on.Rughetti per l’importanza del ruolo da quest’ultimo svolto, ma non per l’interesse e la qualità dei contenuti del Convegno. Tutti gli interventi, di cui dà conto il numero 3/2015 della rivista diretta da Daniela CARLA’, sono st ati sostanzialmente incentrati sul profilo auspicato e atteso del “nuovo dirigente pubblico”. Le idee non coincidono nel merito, perché rimane divaricante per ora la diversa convinzione di chi punta ad uno skill di dirigente pubblico fortemente ispirato al modello del manager privato e chi, invece, sottolinea la profonda diversità di tale ruolo, così come configurato dalla Carta costituzionale. Forse il vero successo del convegno è consistito in uno schietto e non paludato confronto fra queste due opposte tesi – preziose nella loro concretezza e vivacità le provocazioni lanciate dal Presidente di Forum PA Carlo MOCHI SISMONDI – che sono emerse con utile chiarezza all’attenzione dei convenuti.

Relazione sul convegno “La dirigenza che vogliamo

Alessandro Bellavista “Un’amministrazione libera dalla politica”

Mochi Sismondi “Una dirigenza a rischio?”

Giuseppe Beato: risposta a Mochi Sismondi “Un nuovo ruolo per il dirigente pubblico

Nicoletta Stame “La dirigenza che vogliamo

TAVOLO

MOCHI  CARLA' CORVO

BELLAVISTA  FERRANTE BEATO copia

PUBBLICO

 

Sindacato dei dirigenti pubblici CIDA e ddl 1577.

Pubblichiamo qui il comunicato inviato a tutte le forze politiche dalla Federazione dei dirigenti e delle alte professionalità della funzione pubblica (vedi sul sito della CIDA funzione pubblica) in ordine al disegno di legge n 1577 dello scorso 2014. Le critiche sono forti e circostanziate.

 Documento CIDA funzione pubblica su ddl 1577