La riforma sbagliata della dirigenza pubblica.

Copia di Logo Eticapa

La stampa di ieri ha dato ampio spazio alla notizia che il decreto delegato sulla dirigenza pubblica è stato rinviato al Consiglio dei ministri di fine mese, riportando voci per cui il rinvio sarebbe dovuto alle resistenze dell’ alta burocrazia ministeriale rispetto agli incarichi a termine ed al ruolo unico.

Nuova Etica Pubblica, al riguardo, ribadisce le preoccupazioni già manifestate in occasione del varo della legge delega e torna ad affermare la necessità che il decreto contenga la previsione del diritto all’ incarico. Ovvero, che ogni dirigente pubblico, alla cessazione dell’ incarico rivestito, in assenza di una valutazione negativa sul suo operato ha diritto ad un nuovo incarico di importanza equivalente a quella del precedente, come previsto dal Contratto collettivo nazionale di lavoro tuttora vigente.

Il presupposto è che vanno realizzate “ valutazioni indipendenti, serie e perciò credibili “ ( Sergio Rizzo, Corriere della sera ) vedi qui. Senza le quali, non può accadere che, nel gioco dell’ assegnazione dei nuovi incarichi, un dirigente possa restare fuori e finire nel ruolo unico anche se il suo operato precedente non ha dato luogo a censure.

Che ciò non possa accadere non lo diciamo noi, ma una giurisprudenza costante della Corte costituzionale. Repetita iuvant.

 

Riportiamo il testo degli articoli recenti di stampa con un leit motiv unico: “le pubbliche amministrazioni non funzionano perché non funziona la dirigenza“. Il teorema va corretto: le pubbliche amministrazioni non funzionano perché il complessivo impianto della pubblica amministrazione é congegnato male e perché nessun politico, né alcun movimento di opinione – e neanche la stessa dirigenza pubblica, questo va onestamente riconosciuto – è stato fino ad oggi capace di guardare “al di là delle Alpi” e imparare da chi è più avanti di noi “come si fa”.

Il Sole 24 ore -Il Governo accelera ma é alta la tensione sulla dirigenza.

Il Messaggero – La rivolta dei dirigenti pubblici blocca la riforma.

La Repubblica – Licenziabilità incostituzionale: dirigenti pubblici sulle barricate.

Il Sole 24 ore – Legge Madia, un passo avanti importante e una frenata – Il Sole 24 ORE

Massimo Cacciari – Tutto il potere in mano al Sovrano?

cacciari

A pensarci bene, ciò che colpisce di questo corsivo dell’Espresso (n. 36, 11 sett 2014 – vedi qui sotto) non è tanto che le affermazioni provengano da un filosofo, quanto soprattutto il fatto che siano pronunciate da uno che ha fatto il Sindaco di Venezia per 5 anni, e che, vivaddio, l’Amministrazione pubblica la conosce.

Massimo Cacciari, partendo dall’idea di “governo dello Stato” nel pensiero del Presidente Renzi – tutta incentrata quest’ultima sul “primato della politica”, analizza il rapporto fra politica e dirigenza pubblica italiana.

Cacciari afferma fra l’altro: “…..che la nostra pubblica amministrazione sia inefficiente risulta da dati di fatto incontestabili: giustizia, costi per fare impresa, addirittura per pagare le tasse, per ottenere ogni sorta di servizi. Ma ciò non dipende forse, oltre che dal coacervo e sovrapposizione di leggi illeggibili (perché non si è partiti dalla “semplificazione”?), proprio dal fatto che non si è mai voluto una burocrazia preparata, intelligente, responsabile, e se ne è sempre auspicata la “obbedienza”?..”. Con ciò egli pone il problema, mai risolto, del ruolo della dirigenza pubblica in Italia: mero strumento di attuazione della volontà del principe, oppure, come in Francia e in Inghilterra, compagine “forte-dotata di senso dello Stato e perciò di responsabilità nei confronti dell’autorità politica”? Sullo sfondo del ragionamento di Cacciari si intravede anche il pensiero di un altro grande maître a penser: Giuseppe De Rita, il quale, già 4 mesi fa aveva individuato nelle linee di riforma della Pa del governo Renzi il persistere della tendenza alla progressiva esautorazione dei corpi intermedi della società civile, che cominciò a manifestarsi negli anni ’80 nel corso dell'”era Craxi” (vedi qui dal Corsera del 6 maggio 2014).

 Massimo Cacciari – Se tutto il potere finisce in mano al sovrano – 5 sett 2014.