Piano Organizzativo del Lavoro Agile – Linee guida del Dipartimento Funzione Pubblica

Il Ministro della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone ha emanato lo scorso 9 dicembre 2020 il decreto di approvazione delle linee guida per il Piano Organizzativo del Lavoro Agile (POLA) che qui sotto riproduciamo insieme a un’intervista di oggi alla ministra pubblicata su Il Tempo: I furbetti del divano.

Il POLA entra nella galleria degli acronimi di cui ormai è pieno il sistema di linguaggio contemporaneo. Tuttavia, la sua fortuna e popolarità è subordinata alla bontà dei suoi contenuti. Si impongono, a nostro vedere, tre considerazioni fondamentali:

  1. E’ lodevole e pienamente condivisibile l’idea di fondo del decreto, che è quella di legare strettamente il concetto stesso di lavoro agile con la valutazione delle performance individuali. La non presenza sul luogo di lavoro elimina completamente una vecchia ed errata equazione: che la presenza sul luogo di lavoro costituisca di per sé un requisito positivo di valutazione del lavoro svolto: semmai la presenza in servizio é un prerequisito per svolgere il proprio lavoro, ma niente di più. Oggi quel prerequisito viene a cadere per tutti coloro che sono impiegati in smart working e quest’aspetto va salutato come benefico elemento di chiarezza nel rapporto di lavoro di un dipendente pubblico. Bene quindi!
  2. Questo decreto , come del resto tutti gli atti pubblici carenti dal punto di vista della “cogenza”, dovrebbe essere accompagnato da un’effettiva capacità del Dipartimento della Funzione pubblica di verificare e valutare come e in qual modo le diverse amministrazioni pubbliche attueranno  le sue direttive. Privo di questo effetto giuridico “reale” questo atto, come tanti altri che lo hanno preceduto, è destinato a rimanere un bel saggio di bella scrittura, che ministeri, enti e amministrazioni comunali potranno “leggere” ciascuno come meglio desidera. Con tanti saluti alla coerenza attuativa che i documenti governativi meriterebbero.
  3. Il limite più grave del decreto, tuttavia, risiede nella disposizione di legge che ne prevede la predisposizione: l’idea stessa (mutuata da una legge balorda, l‘art. 263 delD. l: 19 maggio 2020, n. 34 convertito in Legge 17 luglio 2020, n. 77) che ogni amministrazione pubblica possa  predisporre UN PIANO A PARTE sulla gestione del lavoro agile, seppure come sezione del piano di organizzazione triennale. Il lavoro agile si inserisce, pertanto, nel contesto della programmazione generale della attività di un ufficio pubblico. Ma il flagello della pandemia ha precipitato sugli uffici il lavoro agile come evento assolutamente originale, rispetto al quale le pubbliche amministrazioni devono ancora orientarsi credibilmente e predisporre congegni adeguati di gestione del nuovo strumento! Che senso ha in un frangente iniziale come questo chiedere un piano  A PARTE per uno strumento in alcune realtà nemmeno alla fase della sperimentazione?! Molti uffici delle varie amministrazioni si dovranno sobbarcare l’ennesimo compito straordinario, sprecando risorse che più utilmente dovrebbero essere utilizzate per apprestare/migliorare le tecnologie e le prassi del lavoro agile.

Ma attenzione ai particolari!!! Volendo, le amministrazioni pubbliche possono evitare di procedere a predisporre il POLA!!! (vedi in questo senso alcune precisazioni in ordine all’applicabilità dell’articolo 263). In questo caso, tuttavia, rimane un vincolo: applicare lo smart working  “almeno al 30 per cento dei dipendenti“; vincolo assoluto? Nemmeno per idea! L’obbligo sussiste solo ove i dipendenti “lo richiedano“. Quanto a dire che il lavoro agile, da strumento utile e necessario per una migliore efficienza degli uffici pubblici, diventa così un’offerta “a la charte“, la cui applicazione è rimessa alle preferenze dei dipendenti, da tenere in giusta considerazione, ma necessariamente NON prevalenti rispetto alle necessità organizzative. Con tanti saluti agli strombazzati principi di managerialità degli uffici pubblici!

La legislazione di questo Paese si conferma una volta di più come sorgente di confusione  e fattore di danno per la burocrazia italiana.

Giuseppe Beato

Linee Guida_POLA lavoro agile _9_dicembre 2020

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