L’intervista a Steve Bannon di Giuliano da Empoli – esplicazione della teoria “sovranista”

E’ stata pubblicata il 1° ottobre scorso su Il Foglio – clicca qui – un’intervista di Giuliano da Empoli a Steve Bannon, già coordinatore della campagna elettorale per la Presidenza degli Stati Uniti  di Donald Trump, nonché suo consigliere particolare fino all’agosto 2017. Egli costituisce oggi il punto di riferimento dei partiti “sovranisti” europei che fanno capo in Francia a Marine Le Pen, in Ungheria a Orban e in Italia a Matteo Salvini. Riteniamo fondamentale riprodurre quella intervista perchè – al di là degli accenti apparentemente stravaganti (esempio: “Roma è la capitale della politica mondiale” , “gli elettori italiani hanno saputo fare tre cose: combinare la destra e la sinistra, unire il nord e il sud, mettere insieme populisti e sovrani, ciò che non è riuscito a noi negli Stati Uniti con Donald Trump e Bernie Sanders“) e dei metodi delle sue campagne politiche – Bannon dimostra che, dietro le pagliacciate e i drammi quotidiani della politica nostrana, esiste una solida e articolata struttura teorica del cosiddetto “sovranismo”, che lo stesso Bannon fa emergere nella sua intervista.

In altri termini, ci sono ragionamenti molto solidi – accettabili o meno che siano – a supporto delle teorie sovraniste; essi fanno tutti riferimento ad una figura chiave della storia dell’occidente industriale: il rappresentante della middle class nelle sue molteplici articolazioni di vita e di lavoro nella società. Il secondo riferimento è una ferita lungi dall’essere rimarginata: la crisi mondiale del 2008, innescata nel contesto delle dinamiche della grande finanza internazionale e della globalizzazione dell’economia e mai “domata” quanto alle sue cause di fondo. Di fronte a tale incontrovertibile realtà  e alla situazione di instabilità generale dell’economia e delle società occidentali che ne consegue, per ora é in campo solo la  “risposta” e reazione sovranista. Altre forze accademiche e politiche tradizionali oggettivamente balbettano e si attaccano a vecchi schemi e a formule ormai scolorite, di fronte ai grandi temi che la storia contemporanea impone.

Consigliamo un’attenta lettura.

FOGLIO – INTERVISTA A STEVE  BANNON

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