Incerte previsioni sulla gestione delle assunzioni nelle amministrazioni pubbliche

In linea di principio tutti ormai sanno che una buona riforma della pubblica amministrazione – più volte mancata in questi ultimi trent’anni – è la condizione essenziale del successo del PNRR e della ripresa dell’economia del nostro Paese. E’ già qualcosa, visto che da tempo immemorabile si dava una lettura distorta della funzione strategica che ha la burocrazia in uno Stato efficiente.

Posto il principio, tuttavia, si tratta di operare con efficacia. Qui perplessità gravi si rincorrono ormai da settimane. E’ in discussione il meccanismo del reclutamento del personale pubblico attraverso concorsi pubblici, meccanismo inceppato da lustri e lustri per via dell’improvvido blocco del turn over che questo Paese si è inflitto per tanto tempo. Anche qui siamo alle enunciazioni generiche del tipo E’ necessario snellire le procedure concorsuali“, con coda di idee più o meno balzane, riversate anche su articoli di legge. (vedi qui anche l’articolo 10 del decreto legge n. 44 dello scorso 1° aprile 2021)

In mancanza di notizie credibili sul testo di altro decreto legge sulle assunzioni, annunciato  come imminente, diamo qui conto di tre articoli di quotidiano che, in qualche modo, delineano i termini delle discussioni in corso nelle stanze che contano:

Emergono dai primi due articoli previsioni inquietanti, del tipo di “passaggi interni nelle varie pubbliche amministrazioni alla qualifica di dirigente“, ipotesi questa palesemente dissonante dal principio del concorso pubblico. Queste voci si aggiungono ad altre, secondo le quali il Governo avrebbe in animo di portare al 40% dei posti in ruolo la modalità’ di reclutamento dall’esterno di dirigenti a tempo determinato (il famigerato comma 6 dell’articolo 19 del d. lgs. 165/2001). Si aprono grandi voragini nei sottoboschi politici di cui sono infestate le pubbliche amministrazioni di questo Paese.

Ma ce n’è anche per i funzionari non dirigenti! Il ceto dirigente accademico/ministeriale di questo Paese scopre oggi con ritardo di trent’anni che una pubblica amministrazione efficiente ha necessità di avere, curare e remunerare una fascia alta di professionalità non dirigenziali a supporto della dirigenza per conferire qualità ed efficienza alle funzioni pubbliche (quelli che nel tanto decantato a chiacchiere “lavoro privato” sono i quadri). Ebbene, il dr. Naddeo dichiara che il reperimento di queste figure apicali all’interno delle amministrazioni  avverrà con un……… “colloquio”.

La “pezza a colori” di tutti gli argomenti che si portano sui concorsi pubblici è quella della semplificazione.

Nel terzo articolo qui allegato, Francesco Verbaro afferma giustamente che “La corsa alla semplificazione e alla celerità dei concorsi rischia di produrre danni“. Egli sicuramente ha presente la situazione della gran parte delle Amministrazioni comunali completamente sprovviste del know how per la gestione moderna del personale. Per questo “va attivata  un’assistenza per le amministrazioni fragili, gestione associata dei concorsi per le amministrazioni più piccole” e si deve procedere con attenzione, metodo e giusta cadenza nella direzione in cui ciascuna “singola amministrazione sia consapevole dei propri fabbisogni, delle competenze sottostanti e di ciò che offre il mercato del lavoro“.

VASTE PROGRAMME!

Un’amministrazione che ha perso la capacita di approvvigionarsi di personale a tempo indeterminato tramite concorsi pubblici  (chi scrive entrò negli anni ’70 al Ministero del Tesoro con un concorso pubblico la cui durata, dal bando fino alla materiale entrata in servizio, fu di 9 mesi) si è nascosta per decenni dietro procedure di reclutamento “secondarie”, tutte giocate sull’utilizzo del lavoro flessibile (contratti a tempo determinato, supplenze, CFL, lavoro somministrato, co.co.co. ). Eppure la forma di lavoro a tempo indeterminato non è un privilegio “dei pubblici” ma un principio posto dalla legislazione comunitaria per TUTTI  i lavoratori dipendenti, anche privati. Ma non c’è più neanche la memoria e la coscienza di ciò.

Resta così la più grande confusione, superficialità e pressappochismo proprio ora che è necessario reclutare  centinaia di migliaia di nuovi dipendenti osservando senza “giochini” il principio costituzionale del concorso pubblico.

Giuseppe Beato

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