Il fantasma del decreto incostituzionale sulla dirigenza pubblica aleggia ancora.

NON MOLLANO!….Il Governo Renzi-Madia non c’è più da circa 18 mesi e  il decreto sulla dirigenza pubblica cancellato dalla Corte costituzionale, prima della sua emanazione, con Sentenza n. 251/2016 (vedi) e, soprattutto, coperto di critiche sui suoi contenuti dal  Consiglio di Stato (vedi Parere n. 2113 del 2016) dovrebbe essere collocato fra i peggiori relitti della passata legislatura. Invece, nascosta negli uffici del Ministero della pubblica amministrazione, resiste ancora oggi qualche “manina” che ha infilato nell’atto d’indirizzo governativo per il CCNL dell’area dirigenti e professionisti dello Stato, degli Enti pubblici non economici nazionali e all Agenzie fiscali (vedi qui),  alcune clausole che riprendono pezzi di quello schema di decreto che affossava definitivamente il principio dell’autonomia e dell’imparzialità dei dirigenti pubblici. In barba agli articoli 97 e 98 della Carta costituzionale, qualcuno briga ancora per far rientrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta: il principio di fiduciarietà al politico di turno della dirigenza pubblica, criterio aborrito in tutte le legislazioni dei paesi occidentali avanzati (U.S.A. in primis). Riportiamo sul punto un articolo di Gianni Trovati su “Il Sole 24 ore” a proposito del tavolo di contrattazione che si avvia il prossimo 9 maggio.

  Apertura CCNL dirigenti delle funzioni centrali  -Il Sole 24ore 4maggio 2018

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