Angelo Giubileo – TFR in busta paga

TFR

Il dr. Angelo Giubileo, esperto di previdenza complementare, fornisce un contributo di conoscenza tecnica al dibattito in corso sulla possibilità dei lavoratori privati di richiedere in busta paga le quote di accantonamento del Trattamento di Fine Servizio, fino ad oggi obbligatoriamente trattenute sulla loro retribuzione. Per parte nostra osserviamo che l’architrave della previdenza pubblica è stato sempre ed è l’obbligatorietà delle ritenute contributive: finite quelle, finita la previdenza pubblica.

 Angelo Giubileo 2014 – Le insidie del TFR in busta paga

Pensioni – prelievo straordinario in arrivo?

Giampaolo galli

Indiscrezioni pubblicate sul sito “Le formiche.net” (clicca qui) raccontano di calcoli riservati e segreti che avrebbero come obiettivo quello di rilanciare l’idea di un prelievo straordinario sulle “pensioni d’oro”. Continua a leggere

Previdenza pubblica – diritto delle lavoratrici all’ accesso alla pensione con il sistema contributivo

logo inps

Pubblichiamo un circostanziato e illuminante rapporto di Daniella Maroni sulle vicende conseguenti al diritto di accesso alla pensione contributiva sancito per le lavoratrici dalla legge 243 del 2004. Un’interpretazione restrittiva della legge, fornita dall’INPS con semplice circolare (Clicca qui), restringe il campo della sua applicazione e preclude l’esercizio di un diritto a migliaia, se non decine di migliaia, di donne. A nulla sono valse per ora le azioni, promosse anche a livello politico, per rimuovere l’en passez istituzionale.

Lasciamo al testo il compito di descrivere nei particolari questa vicenda. Tuttavia, noi che conosciamo bene le dinamiche della Pa dall’interno, aggiungiamo solo che  si sta dispiegando uno “schema di gioco” ben conosciuto agli addetti ai lavori: a) c’é una legge che lascia spazi a interpretazioni difformi sulla sua applicazione; b) l’amministrazione che deve applicare la legge, impaurita delle conseguenze eventuali di un’interpretazione “estensiva”, adotta senz’altro la soluzione restrittiva a danno degli interessati; c) a poco valgono le rimostranze verso questa presa di posizione, se non a provocare una “disponibilità” a modificare l’orientamento, ove ci sia l’avviso concorde di altri soggetti pubblici, in questo caso i Ministeri vigilanti; d) le burocrazie degli “altri soggetti pubblici” si guardano bene dal risolvere il problema sul tappeto temendo a loro volta di essere passibili di orientamenti qualificabili come “danno all’erario”; e) tutto viene rimandato alle calende greche, spesso mai risolto.

Così va l’Italia nei tempi attuali.

 Daniella Maroni – 10 buone ragioni per prorogare l’opzione donna

Lasciamo al testo