ATAC, riepilogo della situazione prima del referendum del 3 giugno 2018.

In attesa del referendum promosso dal Partito radicale per il prossimo 3 giugno per acquisire l’orientamento dei cittadini romani in ordine alla “privatizzazione” del trasporto pubblico romano –  affidamento non più’ all’ATAC ma ad un operatore privato individuato a seguito di gara europea – può’ essere utile ripercorrere la storia recente della gestione in house dell’ATAC nonché’ dare una traccia delle polemiche infuocate cui da’ luogo la situazione di dissesto dell’azienda capitolina.

L’ATAC (Azienda Tranvie e Autobus del Comune) fu istituita nel 1909 su impulso del sindaco Ernesto Nathan ed è interamente di proprietà del Comune di Roma; come noto, gestisce in regime in house la totalità del traffico pubblico su ruota e su rotaia, le tre linee metropolitane e le tre reti ferroviarie di Roma-Lido di Ostia , Roma-Viterbo, e Roma Casilina. La gestione dell’ATAC va considerata  nel quadro complessivo della mobilità nella Capitale e dei piani generali posti in essere per una sua organizzazione all’altezza delle ambizioni di una capitale di Stato. Da segnalare al riguardo il Piano generale del trasporto urbano del 2015- PGTU (che innovava  il precedente dell’anno 1999 e contiene fra l’altro una gerarchizzazione delle linee di trasporto urbano) (vedi qui), le Linee programmatiche per 2016 – 2022 per il governo di Roma Capitale. (vedi qui ) e  il Piano Urbano per la mobilità sostenibile (PUMS) che, in analogia a piani simili predisposti in altre città d’Italia , che la giunta Raggi sta predisponendo anche attraverso una consultazione on line promossa nei confronti di tutti i cittadini romani – vedi qui.

Il livello funzionale e finanziario dell’ATAC fa capo a due soggetti: l’Assessorato alla mobilità – Dipartimento del Trasporto di Roma Capitale (attualmente in capo a Linda Meleo) e l’Agenzia “Roma servizi per la Mobilità”- istituita nel 2010 e controllata al 100%  dal Comune – che ha compito istituzionale di programmare il trasporto cittadino nella capitale. Questi due soggetti sono pertanto titolari di una doppia funzione: pianificazione e vigilanza della gestione ATAC. Dal buono, cattivo od omesso esercizio di tali funzioni discendono evidenti conseguenze di carattere gestionale.

La storia degli ultimi 15 anni dell’Atac si caratterizza per i seguenti snodi fondamentali : nell’anno 2000 la giunta Rutelli articolò la gestione  istituendo Trambus, che si occupava del servizio di superficie, e Met.Ro. responsabile delle linee metropolitane e del traffico su rotaia: l’ottica era quella della privatizzazione dei servizi industriali quali la guida dei mezzi e la manutenzione, mentre la competenza pubblica rimaneva in capo ad ATAC che si occupava di regolazione – reti, standard, tariffe e impianti. Tale strategia fu capovolta dalla giunta Alemanno che nel 2010 accorpò  le tre componenti, creando un azienda con 12 000 dipendenti e un management corrispondente alla giustapposizione dei tre precedenti.

Dal 2010 al 2018 si sono susseguiti 12 amministratori delegati e la situazione finanziaria si e’ andata progressivamente deteriorando fino a raggiungere un debito complessivo di 1,3 miliardi di euro. Per scongiurare il fallimento, il Consiglio comunale hai approvato una delibera che dispone il CONCORDATO PREVENTIVO, procedura di legge che prevede un pagamento ai creditori pari al 30% dell’importo dovuto. Ove l’assemblea dei creditori dovesse decidere di non accettare il concordato, l’ATAC verrà dichiarata fallita. Da segnalare che fra i maggiori creditori dell’Azienda figura il Comune di Roma con 477 milioni di euro – vedi qui. L’assemblea capitolina, peraltro, manifesta una netta propensione al mantenimento dell’attuale gestione in house del servizio di trasporto urbano ed ha approvato lo scorso 18 gennaio 2018 la proroga dell’affidamento all’ATAC del servizio di trasporto pubblico dal 4 dicembre 2019 al 3 dicembre 2021 – vedi qui il testo integrale della deliberazione.

Rimangono insoluti tutti i problemi di gestione delle linee metropolitane: obsolescenza dei mezzi e della rotaia; ipotizzata interruzione del tracciato della linea C al Colosseo, che sortirà l’effetto di portare il carico dei passeggeri provenienti da Roma Est, da dove parte tale linea, sulle già sofferenti linee A e B; mancato completamento dell’anello ferroviario della Capitale che, ove ultimato, arrecherebbe enorme sollievo al carico e alla equilibrata circolazione di passeggeri nella rete pubblica di mobilità cittadina.

Di seguito una raccolta di articoli di quotidiani che danno conto delle polemiche recenti e/o ancora in corso.

I conti e i debiti/crediti incrociati fra Comune di Roma e aziende partecipate ;

Bruno Rota: “Sepolti dai debiti e troppo assenteismo”.

Dimissioni di Bruno Rota, ex-direttore generale ATAC

Bruno Rota: “Non abbiamo nemmeno i soldi per la manutenzione

L’Amministratore unico ritira le deleghe a Bruno Rota – luglio 2017

13 aprile 2018: Referendum Atac: No di M5S, libertà di voto per Fi e Pd diviso, ecco tutte le posizioni dei partiti

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Il referendum non ebbe esito alcuno perché il numero dei votanti non raggiunse il quorum minimo del 33%  – vedi qui

Proclamato dopo due anni l’esito del referendum – vedi qui

 

 

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