Parere della Camera sullo schema di riforma della dirigenza.

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Pubblichiamo la proposta  provvisoria di parere della I Commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati sullo schema di decreto legislativo di riforma della dirigenza pubblica. La proposta provvisoria è del relatore all’atto 328/2016, on. Daniela Matilde GASPARINI del PD e non tiene conto, per ora, del parere reso dalla Conferenza Unificata Stato Regioni – che pure alleghiamo (vedi qui parere della conferenza unificata Stato Regioni).

Il contenuto del parere ci appare molto “salomonico e pilatesco”, sicuramente meno chiaro e assertivo del precedente parere reso dal Consiglio di Stato: ci pare evidente l’intento di “salvare capra e cavoli”, insomma quella cosa che i politici chiamano “mediazione”, ma che in realtà rende tutto più confuso ed evanescente. I due punti fondamentali della quasi unanime presa di posizione dei Sindacati e delle Associazioni  – ripresi integralmente nel parere del CdS – erano: 1) collegamento fra regime degli incarichi e sistema della valutazione; 2) regime dei “dirigenti privi d’incarico” previsto dall’articolo 7 dello schema di decreto.

Su tutte e due i temi la relatrice abbozza timide osservazioni e subordina il parere favorevole alle seguenti condizioni:

a) sul sistema di valutazione  di “valutare forme e modalità graduali di attuazione delle nuove disposizioni, sia a livello regionale che locale (n.d.r: a livello centrale no???) per consentire che il nuovo quadro normativo di riforma del sistema di valutazione…… possa accompagnare la piena attuazione del provvedimento in esame” (pag. 26, n. 1));

b) sui dirigenti privi d’incarico  “in conformità ai principi costituzionali di buon andamento ed imparzialità dell’amministrazione, é necessario che la disciplina prevista….sia accompagnata da adeguate garanzie soggettive ed oggettive” (pag. 26, n . 2).

FUFFA, fuffa allo stato puro!!!……… che, tuttavia, non impedirà al Governo di tirare dritto per la sua strada, convinto com’è dell’assoluta bontà del decreto predisposto (che invece é anticostituzionale e in eccesso di delega, come chiarito dal Consiglio di Stato).

Inoltre, si registrano in arrivo quatte manovre di aggiramento del principio del ruolo unico, rappresentate dall’invenzione delle “sezioni speciali” dei ruoli stessi, per “valorizzare le specifiche professionalità acquisite” (vedi n. 7 a pag. 27, lettera m) a pag. 29 e lettera q) di pagina 30). Cosa in sé corretta, sia chiaro, ma che andava affrontata con chiarezza, senza sotterfugi, affermando che il principio del “dirigente generalista” che sa fare tutto “perché gestisce risorse e non deve essere esperto della materia che tratta” é una delle tante bufale propinate da anni dai “consulenti” sostenitori dei “modelli privati” (peccato che negli U.S.A. – anche quelli futuri di Donald Trump – si diventi dirigente pubblico a seguito di una doppia griglia di valutazione: quella della professionalità e quella della capacità manageriale!!). Sulla dirigenza degli enti locali, poi, la questione assume aspetti completamente distorti quando si prevede “un’apposita sezione professionale dei dirigenti apicali” (lett. q a pag. 30), confondendo chiaramente il concetto delle specifiche competenze professionali con quello dei livelli funzionali. Cioè a dire che l’ANCI e il partito dei sindaci, dopo aver condiviso la soppressione della distinzione fra prima e seconda fascia dirigenziale per i dirigenti statali e degli Enti pubblici nazionali, ora si apprestano a introdurla surrettiziamente nei Comuni: tuttavia quei dirigenti apicali non saranno mai dirigenti di carriera, ma dirigenti fiduciari!!

La domanda che poniamo ai decisori politici attuali é sempre la stessa: diteci in quale nazione occidentale avanzata vige un sistema dirigenziale simile a quello che si è introdotto in Italia da 20 anni e che si porta a compimento oggi con il decreto in discussione. Ditecelo!

 Parere dell 8 nov 2016 I commissione

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