La legge Delrio e la tenuta costituzionale delle Città metropolitane

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Viene chiamata “legge Delrio” – dal nome di colui che la ispirò – la Legge 7 aprile 2014, n. 56vedi qui il testo aggiornato – che detta disposizioni in ordine alle Città metropolitane e alle nuove Amministrazioni provincialiAd avviso di chi scrive – e con salvezza dei mille problemi creatisi con il transito di funzioni e personale da un plesso amministrativo all’altro – va riconosciuta una certa buona qualità di regolazione delle disposizioni contenute in questa legge, soprattutto dal punto di vista della loro coerenza ed armonia con un quadro costituzionale molto complicato, quale quello presente al Titolo V “riformato” nell’anno 2001. Sia le modalità di funzionamento degli Organi che le funzioni assegnate alle Città metropolitane hanno la potenzialità di innestarsi “virtuosamente” nel concerto nutrito di “voci istituzionali” che insistono, a termini di articoli 114 e 118 della Carta costituzionale, sulla vita dei cittadini italiani. Prova ne sia che l’impianto generale della legge ha resistito alla “tempesta” del referendum costituzionale del 4 dicembre scorso ed ha ricevuto conferma di conformità costituzionale da varie sentenze della Corte.

Vedremo meglio in futuro comunque. Per un giudizio informato del lettore, presentiamo qui sotto alcune slide di sintesi dello stato legislativo attuale delle Città metropolitane e delle Province, nonché un utile approfondimento di Mario Gorlani su “”Quale futuro per le Province dopo l’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016“, apparso sul sito Federalismi.it (vedi qui il testo).

 Slide su Legge “Delrio”

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