I Capi di Gabinetto ministeriale e la dirigenza assente.

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Le nostre osservazioni sull’argomento.

 I Capi di Gabinetto ministeriale e la dirigenza assente

Decreti attuativi della riforma Madia.

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Segnaliamo sul relativo sito i pareri resi dal Consiglio di Stato sugli schemi dei 12 decreti legislativi ( vedi testi) di attuazione delle deleghe presenti nella Legge n. 124/2015 (vedi legge) approvati dal Governo. Rimangono avvolti nell’oscurità degli uffici del Dipartimento funzione pubblica i contenuti del decreto atttuativo sulla riforma della dirigenza. Su tale atto governativo pende l’esito del giudizio di costituzionalità sul ricorso promosso dalla Regione Veneto in merito ai contenuti dell’articolo 11 della legge in questione (vedi approfondimento).

PARERI RESI DAL CONSIGLIO DI STATO SU SCHEMI DI 12 DECRETI LEGISLATIVI.

Guido Melis e Alessandro Natalini – Ricerca documentale audiovisiva sui Capi di Gabinetto


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Il prof. Guido Melis e il dr. Alessandro Natalini stanno predisponendo un data base generale di tutti i Capi di Gabinetto della Repubblica dall’Unità d’Italia al Governo Renzi  (vedi qui la presentazione del lavoro il 15 ottobre 2014 alla presenza del prof. Sabino Cassese clicca qui). Continua a leggere

Cassese : le leggi da non beffare.

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Il Consiglio di Stato, tutore della legittimità degli atti della Pubblica amministrazione, ha sospeso 3 giorni fa il provvedimento con il quale il CSM aveva disposto il pensionamento anticipato di 84 magistrati in ossequio alla legge che ha abbassato da 75 a 70 anni il termine per la cessazione dal servizio (vedi qui la notizia completa): un cavillo amministrativo ha consentito di sospendere l’esecuzione di una legge. Riproduciamo qui sotto l’editoriale di Sabino Cassese su Il Corriere della Sera di ieri 11 dicembre 2015 che si domanda molto semplicemente: ” Come può il guardiano delle leggi sollevarsi contro la legge?“. Un ceto dirigente che opera come corporazione chiusa e si arrocca nella strenua difesa dei propri privilegi perde il titolo etico-morale a esercitare la funzione pubblica che gli è stata affidata.

 11 dic 2015 Cassese: le leggi da non beffare

Statistiche dei ricorsi pendenti e definiti al TAR e al Consiglio di Stato.

3  ricorsi  2015 nov 16 RASSEGNA STAMPA-3

267.000 i ricorsi pendenti al TAR a tutto l’anno 2014. Sono 292.273 considerando anche il carico pendente al Consiglio di Stato, come  chiarito dalla relazione inaugurale di Giorgio Giovannini – Presidente del Consiglio di Stato – dell’anno giudiziario 2015. C’è una tendenza consolidatasi negli ultimi 4 anni alla diminuzione del carico pendente sia ai TAR che al Consiglio di Stato. Dalla relazione citata, la Repubblica Affari e finanza ha tratto ieri 16 novembre un articolo di Roberto Mania sull’Italia produttiva “bloccata dai ricorsi al TAR” (vedi qui). Ottima la stampa come sempre a denunziare, scarso o inesistente qualsivoglia contributo di idee alla risoluzione di un problema che comunque esiste. Dal punto di vista dei dati presentati da La Repubblica, molto meglio andare alla fonte succitata e alle tabelle statistiche in coda alla relazione: da queste ultime si evince, fra l’altro, che 160.000 delle 267.000 pendenze ai TAR riguardano i Tribunali regionali con sede in tre sole città: Roma, Catania e Napoli. La dotazione di Magistrati e di personale in queste tre Sedi corrisponde al carico di lavoro pendente?

 Inaugurazione 2015 Consiglio di Stato

Leggi sulla Pubblica Amministrazione e loro attuazione, un caso di scuola: il sistema di misurazione e valutazione della performance.

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Pubblichiamo la recentissima Sentenza n 4641 del 13 ott 2015 della IV sezione del Consiglio di Stato che – su ricorso dell’Associazione Dirpubblica e capovolgendo il precedente giudizio di merito del T.A.R. Lazio – ha ordinato all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, all’Agenzia delle Entrate e al Ministero dell’economia e delle Finanze di provvedere all’adozione del “Sistema di misurazione e valutazione della performance organizzativa” entro 180 giorni dalla notificazione della sentenza, salva la nomina di un Commissario ad acta in caso di ulteriore inadempimento. Piove sul bagnato per le agenzie governative! Dopo la Sentenza della Corte costituzionale n 37/2015 che ha travolto un meccanismo illegittimo di preposizione dei dirigenti in vigore da lustri, ora esse vengono duramente “bacchettate” in ordine all’omessa attuazione dell’articolo 7 – vedi – del d. lgs n 150/2009 (“riforma Brunetta” do you remember?), cui si doveva dar corso entro il 31 dicembre dell’anno 2010 (successivo articolo 16, comma 3).

Di fronte all’inadempimento di alcune amministrazioni pubbliche, rilevato e condotto a soluzione solo attraverso una Sentenza di 2° grado (che fa da contrappunto negativo allo zelo di altre amministrazioni – quali l’INPS  che nello stesso periodo ha prodotto due provvedimenti in materia, dei quali il secondo “in via sperimentale” –  si vedano le due determinazioni presidenziali del 2010 -clicca qui e del 2015 – clicca qui ), la domanda da porci in conseguenza è: cosa hanno fatto tutte le altre Amministrazioni pubbliche sul punto? Hanno adempiuto? L’articolo 16 della Brunetta prescriveva l’obbligo per Regioni ed Enti locali di adeguare i propri ordinamenti all’obbligo in questione…… E i Ministeri, hanno adempiuto? Il MEF pare proprio di no….Esiste un soggetto pubblico operativo realmente funzionante che gestisca il monitoraggio di queste cose? Il Dipartimento funzione pubblica, “erede” delle funzioni che il d. lgs. 150 aveva demandato alla soppressa CIVIT fa qualcosa sul punto? Insomma, “siamo vincoli o sparpagliati?”, direbbe Peppino De Filippo.

Al di là della facile battuta, ci sembra qui necessario richiamare l’attenzione sulla scarsissima capacità delle leggi sulla PA emanate negli anni scorsi di innescare veri processi di innovazione nelle Pubbliche Amministrazioni. La previsione di adempimenti che  devono coinvolgere le circa 10.000 amministrazioni pubbliche in cui si articola il nostro ordinamento amministrativo richiedeva e richiede robuste azioni di implementazione in fase di attuazione, programmi, tempi d’attuazione e organi all’uopo deputati. Altrimenti le prescrizioni di legge sono destinate a rimanere inattuate, come le classiche “gride” del Ducato di Milano nel XVII secolo raccontate da Alessandro Manzoni. Le disposizioni sulla pubblica amministrazione “diluviano”, ma sono poco o nulla rispettate e attuate. Sarà questo il destino anche della recente Legge n 124/2015? (vedi qui)

Agenzia delle Entrate e Corte costituzionale – Sentenza n 37 del 2015

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La Corte costituzionale con la Sentenza n 37 del 25 febbraio 2015 vedi qui il testo –  ha messo una pietra tombale sul tentativo dell’Agenzia delle Entrate e dell’Agenzia delle Dogane di mantenere  la prassi in atto da anni di forzare un principio costituzionale (articolo 97)  reclutando in funzioni dirigenziali senza concorso pubblico: è stato , infatti, dichiarato incostituzionale l’articolo 8, comma 24, del decreto legge n 16/2012, convertito in Legge n 44/2012 – vedi qui il testo – che, in buona sostanza, rinviava a termini indefiniti  l’applicazione del principio dell’assunzione dei dirigenti delle Agenzie solo tramite concorso pubblico, con la sola deroga consentita dell’articolo 19 comma 6 del d. lgs 165/2001.

La sentenza della Corte costituzionale consegue all’Ordinanza di rimessione sulla costituzionalità della norma in questione effettuata dal Consiglio di Stato – vedi qui Sent. n. 5451 del 2013 –  a seguito dell’impugnativa alla sentenza del T.A.R. Lazio n. 6884/2011 (vedi qui testo) che aveva dichiarato illegittimo l’articolo 24 del Regolamento generale dell’Agenzia delle Entrate che consentiva “provvisoriamente“… “la stipula di contratti individuali di lavoro a termine” (vedi qui testo), senza indicare alcun termine. In buona sostanza l’Agenzia delle entrate e l’Agenzia delle dogane eludevano da più di 10 anni il principio costituzionale del concorso pubblico e procrastinavano ad libitum l’indizione e/o la conclusione dei concorsi a dirigente già espletati mantenendo senza limiti di tempo in posti dirigenziali  funzionari che mai avevano sostenuto un concorso pubblico per accedere alla funzione dirigenziale.

La sentenza della Corte costituzionale, ci pare, va ben al di là del pur gravissimo caso esaminato (n. 767 incarichi di dirigente su 1.143 totali  conferiti illegittimamente) e dichiara implicitamente che il regime della dirigenza pubblica fissato dalla Carta costituzionale ha forme e finalità diverse dalla dirigenza delle imprese private, perché qui prevale l’esigenza della garanzia dell’imparzialità e degli interessi generali della collettività sul criterio del “rapporto fiduciario” col vertice politico. Chi dimentica questi principi può facilmente imbattersi in scandali tipo EXPO 2015, M.O.S.E., Odevaine, “Incalza” (che non era un dirigente di carriera, si noti), in ognuno dei quali erano all’opera dirigenti non di carriera reclutati dalla politica senza concorso.

Aspettiamo anche che la Corte costituzionale sia chiamata a pronunciarsi sull’articolo 11, comma 1 del D.L. n 90/2014 convertito in Legge n 114/2014, che consente ai di reclutare il 30% della dirigenza delle Amministrazioni regionali e comunali con contratti di lavoro a tempo determinato (vedi qui: Roma Mafia: tre questioni di natura amministrativa).

TAR Lazio marzo 2015 – Annullamento assunzioni dirigenti esterni.

Pubblichiamo la sentenza n 3690 del 3 marzo 2015 emanata del T.A.R. Lazio che ha annullato gli atti di assunzione di 28 dirigenti a tempo determinato nel 2013 dalla Regione Lazio – Giunta Zingaretti. Si vedano anche i commenti della stampa (Corriere della Sera 4 marzo 2015 – TAR contro Zingaretti).

 SENTENZA-TAR n 3690 del 2015 DIRIGENTI

 

Consiglio di Stato e Capi di gabinetto

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Pubblichiamo un link a un articolo di Sergio Rizzo sul Corriere della Sera del 23 febbraio 2014 a proposito delle distorsioni generate dalla confusione di ruoli fra funzioni giurisdizionali e funzioni amministrative negli alti incarichi presso i Ministeri.

Capi di gabinetto e dirigenti inamovibili – Il potere ombra cresciuto nei Ministeri.

Vedi su questo tema il pensiero della nostra Associazione: Funzioni non svolte e attività reali dei gabinetti ministeriali – Antonio Zucaro