Cassese: miglioriamo i concorsi, non abbandoniamoli.

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Non possiamo certo sottrarci alla riproduzione dell’ultimo fondo del professor Cassese sul Corriere della Sera di ieri 5 luglio 2017, con il quale sono state ipotizzate/suggerite varie modalità di innovazione del concorso pubblico per rendere meno antiquata questa forma di reclutamento del personale, ma non eliminarla visto che é in ballo il principio costituzionale del merito individuale, espresso chiaramente dal terzo comma dell’articolo 97 della Carta costituzionale: “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso“.

A quanto suggerito e proposto da Cassese vorremmo aggiungere di nostro – a beneficio dei “nuovisti” di professione e degli “insofferenti alla burocrazia” – che un conto è l’innovazione nel solco di  principi di civiltà sociale e giuridica consolidati e un altro conto è lo scardinamento delle regole costituzionali sulle quali si basa il rapporto di pubblico impiego. Da questo punto di vista, é meglio chiarire che il “colloquio” di lavoro a quattr’occhi  – così come in genere ci viene presentato al cinema – fra un rappresentante dell’azienda che interroga e il candidato al posto  è una procedura incostituzionale se riferita al reclutamento nelle pubbliche amministrazioni; perché manca di due requisiti fondamentali: la pubblicità (cioè il controllo esperibile da chiunque sulle modalità adottate per la “prova”) e l’uniformità delle regole di selezione per tutti i candidati a una certa collocazione lavorativa. Si mettano l’anima in pace gli agitatori della “privatizzazione” e del “privato è bello”…..é bello pure il pubblico se gestito con regole di equità e di efficienza.

 Cassese – Miglioriamo-i-concorsi-2017

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