Carlo Nordio: Leggi velleitarie e nuovi reati inapplicabili

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Carlo Nordio, magistrato in pensione dal febbraio di quest’anno, noto dai tempi delle indagini sulle Brigate rosse, poi sulle cooperative rosse, infine sullo scandalo M.O.S.E. – vedi sua intervista al momento del pensionamento – può dedicare la sua passione civile agli schietti approfondimenti oggi presenti sulle colonne de “Il Messaggero”. Suo bersaglio d’indagine la qualità della nuova legislazione penale. 

Osserva Guido Melis: “Carlo Nordio scrive spesso sul “Messaggero” pezzi che fanno riflettere. Oggi discute il profluvio delle leggi che io chiamo emozionali: tipo omicidio stradale, femminicidio, antimafia estesa a corruzione e persino la recentissima legge sulla tortura. Leggi – dice – che inaspriscono pene già alte, spesso senza ponderarle nell’insieme dell’ordinamento; e che sono difficili da applicare per l’indeterminatezza della fattispecie e la obiettiva impossibilità di dimostrarne il ricorso. È vero. Come l’aggressione di notte distinta da quella diurna. Ci saranno in compenso più processi e più aggrovigliati”.

Riproduciamo di Carlo Nordio i due fondi più recenti su questo argomento:

Il Messaggero del 6 luglio 2017 – Norme e garanzie, il giro di vite all’italiana: nuovi reati inapplicabili.

qIl Messaggero 23 giugno 2017 – estensione del del codice antimafia al reato di corruzione: rimedio-sbagliato.

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